- James, che diavolo sta facendo?!
- M, sto tornando a casa, la missione a Sant'Iddio Montelago mi ha stremato, uff… stasera prendo un dvd, mi schiaffo su il pigiama, una canna e poi a nanna.
- Sta scherzando?! Lei ha una missione da compiere, se l’è dimenticato? Deve beccare l’ivoriano che è a capo della cellula terroristica Operai del Male.
- Uh, che pazza che sono! Me l’ero scordato… tutte queste cure ormonali mi stanno bevendo il cervello. Mi scusi, M.
- Va bene. Dell’ivoriano non sappiamo niente, solo che è ivoriano. E che si nasconde nell’entroterra marchigiano, sicuramente in qualche fabbricaccia sperduta, a sobillare le maestranze. Si dia da fare, James, la saluto.
Lo schermo del BondPhone tornò nero.
- “si dia da fare, la saluto, gna gna gna”… ma vada a cagare, M!- borbottò il nostro agente.
Otto giorni dopo, Bondage aveva setacciato tutte le fabbriche di una nota zona industriale, ma dell’ivoriano nessuna traccia. Solo cinesi, marocchini, lituani, cingalesi, qualche nostalgico democristiano, ma nessun nero. In compenso, aveva rimorchiato un metalmeccanico e si era spupazzato un’intera RSU di una nota multinazionale, anche se il suo debole erano i capaci e muscolosi mulettisti di una ditta di logistica, ma, ahinoi, James Bondage non era lì per divertirsi.
I giorni passavano e nonostante James disponesse di tutte le pugnette ipertecnologiche, il suo bersaglio era talmente mobile che non riusciva mai a focalizzarlo. Eppure erano pochi i lavoratori dalla pelle nera, in quella zona.
Una sera, lungo una strada piena di tornanti, al ritorno da una cena con i compagni delle medie, il nostro eroe investì in pieno un giamario che gli abbozzò la splendida Ashton, e, nell’impatto, si schiantò contro un guardrail in pietra.
- Per la regina madre!- sbottò James – le spese del carrozziere sono tutte a carico mio, mannaggia ai tagli del governo!.. adesso che faccio?
La fortuna in realtà aveva appena dato una mano all’agente; sporgendosi dal parapetto, James notò una fabbrichetta dall’aria dimessa, ma con le luci accese. Dalla vetrata vide sfrecciare un muletto giallo. Bàttilfer Spa... Strano, pensò, questa fabbrica nella lista di M non c’è… andiamo a controllare, ma prima devo travestirmi.. ih, che peccato!
Franco il magazziniere stava fumando una paglia, imboscato tra gli scaffali del deposito, e stava pensando a quanto si fosse rotto le palle con il turno di notte. Lavorare di notte gli aveva sballato il bioritmo e, cosa ben peggiore, di notte alle donne non era permesso lavorare, perciò addio battutacce a doppi e tripli sensi, addio sbirciatine nelle scollature delle colleghe più giovani, quasi tutte interinali. Stava giocherellando con la leva del muletto, quando udì uno strano ticchettìo.
Tik tik tik tik tik tik…
Alzò lo sguardo e vide un essere divino in tacco 12, spacco vertiginoso, occhi azzurro ghiaccio, giungere in sculettante baldanza, con un Martini shakerato in mano.
- Che pezzo di figa disumana, stacca la carne dall'ossi, ma chi è? Una nuova dei piani alti?
James intanto sopraggiungeva ondeggiando sulle sue meravigliose Jimmy Choo e ad un certo punto cinguettò, mani a coppa sulla bocca:
- Operaiacciui! Operaiacciuii! Iuhu, c’è nessuno qua? Chi mi dà una mano a cercare un bancale di tondini di ferro? Dai, che se fate i bravi, poi ci prendiamo una cosa alla macchinetta del caffè!
Franco si lisciò baffi e chierica, gonfiò il petto e si mosse verso la sua futura scopata fatta donna.
- Signorina, sono il capo magazziniere, dica a me, ci penso io.
La "donna" per tutta risposta gli regalò un sorriso rizzapeni.
Franco era sul punto di venire e quasi non ascoltò le parole della donna, che gli stava chiedendo dell’esistenza di colleghi extracomunitari di colore.
James si schernì portandosi un ventaglio modello Marie Antoinette sotto il nasino e declinò l’invito.
Stava per andarsene, quando incrociò un muletto guidato da un bel giovane piazzato, biondo e occhi verdi, talmente bello da far sembrare Gabriel Garko un orribile scherzo della natura. Il muletto inchiodò e il bell’operaio sgranò gli occhi. Fu un istante.
Ingranò la retromarcia e si diede alla fuga e solo allora James intuì. Era lui l’ivoriano! L’unico ivoriano bianco esistente sul pianeta, hai voglia a cercare un nero, perdìo!… James partì a razzo lottando con i tacchi, una calza si smagliò e nella corsa gli cadde la Magnum a terra, facendo partire un colpo secco e un iihhh! da checca isterica dalla bocca dell’agente segreto.
Frotte di tute blu improvvisamente spuntarono da ogni dove e si diedero alla fuga, ma James non vi badò: era riuscito a localizzare il muletto e mentre si guardava intorno, una chiave inglese lo colpì sul seno finto. La raccolse al volo e la ritirò indietro in un attimo. L’operaio bello come un dio rovinò a terra, esanime.
- Parla, dannazione! Sei tu l’ivoriano!
- No, io sono inglese, di Birmingham alta, lo giuro!
- Ah sì? E allora dimmi come si dice “ beh, a dire il vero” in inglese, se ci riesci!
- Ehm.. well, to tell de... the throughtth... the thruh... the treughth... ah, vaffanculo, mi hai scoperto, Bondage!
- Maledetto, come sai il mio nome?!
- Ricordi 3 anni fa, al night L'Opossum Eccitato? Hai arrestato uno dei miei tirapiedi, eri travestito da Marylin Monroe. Prima dell'arresto avevi cantato una splendida versione di Happy birthday, Mr. President.
- ah, una cosuccia di repertorio che non tiro fuori da anni - sospirò James in preda ai ricordi- ma ora basta, ti sbatto dentro! A proposito di sbattere, però... andiamo un attimo dietro a quei pallets...
... ... ...
Il giorno dopo, ritornato suo malgrado nell'impeccabile completo maschile Brioni, James si ritrovò al cospetto di M.
- M, mi dica: ma lei lo sapeva che Jean-Yves l'ivoriano era un bianco?
- Sì, Bondage. Era l'unico dato certo sui di lui, mi scusi per non averglielo detto prima.
- M?
- Sì?
- Credo di sapere cosa significhi la sua iniziale.
- Ah sì - sorrise M- mi dica, sono tutt'orecchi.
- Màmmeta!
E fu con questa ultima parola che James uscì con fare teatrale, il Martini in mano, lasciando M senza parole.
Almeno fino alla prossima missione.
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(soggetto: Olga e Nick
sceneggiatura e dialoghi: Olga
ispirazione: la trucida giornata a Montelago insieme agli Squallidi, alle 23.42 i nostri cervelli sono andati ufficialmente in pappa.
Big Head, la prossima volta che fai manovra con quella pietosa auto scucita, sotto casa di Nick, spero che sfondi la vetrata della Uil).
5 commenti:
Ancora me rotolo per terra inguainato nella mia tutina rosa glitterata! Grande Olga!
Anche se, to tell the treugth, il Martini è mescolato e non shakerato.
ah, piccolo lapsus.. anche se, to tell the treugth, James preferisce il Cosmopolitan!
avevo bisogno di rileggere questa perla... mioddio che genio della letteratura del male che sei! E' ora che qualche editore dei miei c.......i ti tiri fuori dall'oblio e ti faccia conoscere al grande pubblico... cazzo!
L'umanità non era pronta per i Fiori del Male di Baudelaire... e oggi non è pronta per me. Questa è la triste sorte riservata ai geni. Scusa, scendo dal trespolo e torno umile, per un giorno ancora.
Big Head, che te devo dì? Io intanto scrivo, poi si vedrà.
Mi piace il filone della letteratura del male e sarebbe pure ora che ricominciassi con i fumetti, una volta sapevo quasi disegnare. Ora so fare solo la stronza. Bah, sto crescendo?
..e quando sarai famosa, ricordati del tuo primo e incrollabile sostenitore sin dai tempi de "il rustico"!!! è ora di allargare la cerchia dei tuoi fan rispetto a quei 4 stronzi che ancora ad oggi siamo... CAZZO! chi lo sa.. magari qualcuno ti legge nell'ombra... (e ti copia,.. e fa i sordi sul tuo genio... ahahahahahahahah) ;o)
p.s. che rincojonito che so'.. ti ho fatto 2 commenti quasi uguali! vabbè,.. nun ce fa caso.. è l'età! :(
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