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lunedì 24 novembre 2008

Il Chiavaliere Oscuro - The Finesse of the Femmes Fatales

(riassunto delle puntate precedenti: ora basta, facciamola finita con questa cosa delle puntate precedenti. Basta, davvero. Mi sta finendo la pazienza. E il Serenase.)

La giornalista d’assalto e indomita freelance Maddy Dawes-Joint era spazientita, decisamente: erano 4 giorni che il suo semibellissimo George non si faceva sentire e lei non sapeva come interpretare questo silenzio. Era in Francia, questo lo sapeva, ma la preoccupava più che altro il fatto d’immaginarselo sbronzo di Beaujolais e ripieno di puzzolente Roquefort ad infastidire con le sue cazzate i robusti contadini borgognoni. Ah, ma quando si sarebbe degnato di chiamarla, avrebbe avuto qualcosa da dirgli…
Nel frattempo, mentre la bella reporter era intenta a stirare 27 paia di mutande, un lieve e sommesso miagolio e una raspatina sulla porta irruppero nei suoi oscuri pensieri e quando si precipitò alla porta, grande fu la sua sorpresa nel ritrovarsi al cospetto della sua amica Parma Letale, le unghie lunghe come artigli, due soffici e pelose orecchie a punta e magnifiche vibrisse ai lati della bocca.
- Parma! come cacchio sei conciata?! Carnevale è ancora lont-
- Fammi entrare, che mi girano le palle! - l’interruppe Parma, scostandola.
- Butto su una tisana?
- Cos’è, la grappa è finita? - le chiese acida Parma Letale, - Toh, versamene un litro in questa ciotola.
- Dimmi che ti è successo, raccontami. - fece Maddy curiosa, prendendo la ciotola.
- Allora, – sbuffò Parma Letale – mi trovo in questo parco a dar da mangiare ai gatti randagi, come al solito, ed ecco che ad un certo punto da quel mucchio di sacchi di pulci mi viene incontro un gatto azzurro...
- Azzurro? Ma è impossibile!
- Dici, eh? Ascolta il resto e vedi di non interrompermi che poi m’incazzo e mi si gonfia il pelo delle ascelle e della f..
- Ok, ok, ho capito, scusa!
- Bene: questo gatto azzurro inizia a parlare con uno strano accento e mi dice che lui mi ha osservato da mesi dar da mangiare ai suoi simili e che merito perciò un premio. Mi spiega che è tipo un genio della lampada e che quindi posso esprimere due desideri, ma devo parlare ad alta voce perché è mezzo sordo. Ed eccomi qui con un tubetto di colla Pritt che non incolla e l’aspetto di una mezza gatta. E non è tutto: affacciati e guarda tu stessa. Mi seguono ovunque.
Maddy si sporse dalla finestra e vide un esercito di gatti, alcuni dei quali stavano cacando a casaccio nel curatissimo giardino, frutto di anni e anni di lavoro da parte dell’infido The Potator, il ceffo dalle cesoie taglienti. Maddy non riuscì a spiccicare parola, ma ad un tratto la voce di Gigi D’Alessio le annunciò cantando Amore, shcuuusami l’arrivo della chiamata di George/Due Facce da C…
- Mia piccola perla iridescente, scusa se non ti ho chiamata prima, ma sono stato molto impegnato, come va?
- Brutto cazzone, era ora! Senti, dobbiamo parlare…
Due Facce da C… sentì accapponarsi la pelle al suono di quel Dobbiamo parlare: tutte le volte che la piccola jena esordiva con quella frase, era una Cambogia con tanto di deforestazioni al napalm.
- Dimmi, rugiadoso fiorellino di campo, - la incoraggiò comunque il poveraccio.
- Ho conosciuto un altro, in tua assenza. Te ne volevo parlare subito. È stata una cosa lenta, ma in crescendo. All’inizio, solo sguardi, occhiatine e poi qualche uscita. Poi, le lunghe passeggiate mano nella mano, le cenette a lume di candela, il fine settimana in montagna, i dolci e piacevoli sessantanove… George, lui è diverso: gentile, premuroso, attento alle mie esigenze, mi paga la cena, mi sussurra cose dolci e mi fa delle promesse, il nostro sentimento sta crescendo sempre più e sento che è lui l’uomo della mia vita, perciò…
- Ma cristo santo, Maddy! Sono fuori da soli 4 giorni e tu a momenti quasi ti sposi! - proruppe esterrefatto il fortunato possessore di una macchina grande come il portachiavi della sua ex Strange Lover (e in sottofondo, una sinistra voce a urlare Sbrigati, schiavo, con quel telefono! Non siamo su Love Story!)
- Ecco, sempre a quantificare! Vogliamo quantificare? Quantifichiamo, allora! – urlò Maddy, - Beh, apri bene l’orecchio sano: sappi che sono stufa dei tuoi 10 centimetri! Ho capito finalmente che ne merito almeno… almeno… 15 di più, tiè!
E chiuse la chiamata sbattendo il cellulare sul divano.
Nel frattempo Parma Letale, finito di leccare la grappa direttamente dalla ciotola, si pulì i baffi e disse all’amica: - Finito? Posso continuare con la mia storia?
Maddy fece sì con la testa e Parma Letale riprese:
- Allora, questo gatto mi dice di esprimere i miei desideri ed ecco che io gli dico Voglio essere circondata da cazzi. Cazzi ovunque e tutti per me. Ma l’idiota sordo come una campana capisce gatti ed eccomi qua,- scosse la testa sconsolata – piena di gatti. Quando gli faccio notare che ha preso un abbaglio, lui mi risponde che, essendo un micio anglotedesco (di nome Fritz) aveva capito Katzen: gatti, appunto.
- Dio, che sfiga! fece l’amica carezzandole una spalla, - mi dispiace tanto…
- Ah, beh…. comunque mi sono sempre piaciuti i gatti, guardiamone il lato positivo.
Maddy allora si alzò e aprì il portacanne in mogano grosso come un baule, dono dell’amica Olga e tirando fuori una lunga canna, disse: - Mia cara, non sarà granché, ma ti offro questo bombardone: ti farà sentire meglio. E’erba gatta, non temere.
Dopo neanche 5 minuti, le due donne iniziarono a sparare cazzate, Maddy che si teneva lo stomaco per le risate e Parma Letale, ora autoribattezzatasi Katzwoman, a fare le fusa sul divano.
Poi, un attimo prima di salutarsi, Maddy si ricordò del secondo desiderio:- Scusa, ma cosa hai chiesto poi al gatto sordo?
- Di fare l’amore con Brad Pitt. Ma lui ha capito Bad Pritt e ora mi ritrovo con questo tubetto di colla difettosa nel…
- Ho capito, basta, non aggiungere altro! Ci vediamo, ti chiamo io, ok? ciao.
- Miao, cara - rispose Parma uscendo e raccogliendo attorno a sé con un fischio la fida mandria di mici.
Eh sì, pensò Maddy dopo essere rimasta sola, Katzwoman fa proprio al caso mio. Maddy sapeva che il suo nuovo amore era in pericolo e non le restava che scoprire dove si trovasse e intervenire, con l’aiuto dell’amica e della sua mandria di ferocissimi felini.
Tutt’intorno, l’odore del piscio di gatto continuava a diffondersi indisturbato e iniziò a pungere le sottili nari di Maddy, la quale, però, era troppo concentrata sui suoi pensieri per farvi caso: la bella giornalista stava elaborando un piano.
Katzwoman intanto procedeva sulla via di casa, attorniata da centinaia di gatti, e ogni tanto si fermava a grattarsi il posteriore: quel tubetto di colla andava espulso il prima possibile.
Le sue accalorate bestemmie e i miagolii intanto andavano mescolandosi a comporre un sinistra melodia.

...........

Nel frattempo, in Borgogna.
Il Chiavaliere si trovava legato come un caciocavallo ad una sedia impagliata, al centro dell'umido seminterrato. La testa ciondoloni, il Chiavaliere non aveva ancora ripreso i sensi. Nell'attesa, Due Facce da C... stava giocando con Troppi Capelli al gioco dei mimi e stava cercando di capire che titolo si celasse dietro alla cagata che Troppi Capelli aveva appena scodellato bella fumante davanti a sé e che Troppi Capelli indicava con la mano, mentre alzava due dita dell'altra ad indicare "due parole", il film era composto da due parole. Due Facce si stava scervellando e ad ogni titolo proposto, Troppi Capelli scuoteva la testa riccioluta finché non esplose: - Mato Grosso, cacchio! film del '92 con Sean Connery!
- E vaffanculo, và! Non è pertinente, idiota!, - fece Due Facce da c... sbalzando via la sedia con un violento calcio.
- Quando avrete finito di fare i Marcel Marceau della situazione, vogliate per favore usarmi la cortesia di portarmi un piatto e una forchetta. Con comodo, eh, in fondo stiamo qui a pettinar bambole, - li interruppe sardonico il viscido pagliaccio.
- Hai fame, o potente strumento di follia?, - domandò Troppi Capelli, inchinandosi.
- No, volpe. Portami subito quello che ti ho chiesto o ti mimo un bel vaffanculo senza vasellina e con molta sabbia! Presto! Che inizino le torture!
HAHAHAHA!

(continua, purtroppo)

giovedì 6 novembre 2008

Il Chiavaliere Oscuro – les Nuages Noires de la Nuit

(Riassunto delle puntate precedenti: quali puntate precedenti? Di che stiamo parlando? Ehi, qualcuno mi spieghi! Uno non può mancare per un mese che qua si tirano fuori fantomatiche “puntate precedenti”, è… è inaudito… dove andremo a finire di questo passo, in nome di iddio onnipotente?)

Due Facce da C… guidava da 19 ore ed era piuttosto nervoso: il Cocker non era stato ai patti e s’era impossessato della sua amata/odiata Strange Lover in cambio di un assegno postdatato di 15mila euri e di un’utilitaria color verde acquitrino melmoso talmente piccola che per guidarla non c’era bisogno di entrare nell’abitacolo: bastava indossarla. Quella macchina gli andava stretta come una giacchetta anni’70, di quelle con le toppe ai gomiti.
Ma non aveva protestato: per tutta la durata della transazione, quello sciroccato del Cocker l'aveva fissato nell'occhio sano giocherellando con un coltello affilato come un rasoio e Due Facce da C... si vedeva già abbastanza brutto di suo per desiderare un nuovo fregio alla Lucio Fontana su quella guancia che pareva una ratatouille vomitata e rimangiata e poi vomitata di nuovo.
Destinazione: Parigi.

Il dottor Broken Asser era a Parigi per una sorta di convegno dal titolo Dell’acne giovanile e dei suoi effetti sull’andamento del Dow Jones: considerazioni a margine, e il suo trattato del '98 Brufoli, pustole e punti neri: il male invisibile, lo rendevano a tutti gli effetti un esperto nel settore. La verità, però, era che Broken Asser stava fuggendo da un paio di tragedie annunciate: le minacce – per ora irrealizzate- del pazzo purpureo e il test di gravidanza positivo di una delle tirocinanti che si era spupazzato e che aveva otto fratelli, tutti siciliani. Solo il fido Evil poteva contattarlo, ma il brav’uomo, ora anche neocampione mondiale di Polka e Mazurka, non avrebbe disturbato di certo il suo padrone, in quanto troppo intento a pulire di giorno e a organizzare baccanali di notte.
Due Facce da C... non conosceva il dottore e ne ignorava l’ identità di giustiziere mascherato; il suo compito era quello di aiutare il Cocker ad insaccarlo e legarlo come una lonza e schiaffarlo su un furgone rubato, per poi sgommare verso uno scantinato sperduto nelle vinose campagne della Borgogna. Una cosa semplice, ma non la vedeva così, ora, mentre tirava la Micro Machine all’inconcepibile e insuperabile velocità di 64 km orari su un rettilineo a 4 corsie semivuote.

Broken Asser raggiunse il suo posto tra i colleghi, si sistemò il papillon, bevve un sorso d’acqua Perrier, prese il microfono, si schiarì la voce e, dopo un breve saluto rivolto alla platea, iniziò ad illustrare tramite una serie di slide a tutta parete la faccia devastata di un quindicenne anonimo, umiliato da brufoli grossi come patate bollite ripiene di fontina e mentre le immagini scorrevano, con voce ferma e profonda il nostro eroe dalla doppia identità spiegava che, nell’esatto momento in cui il suddetto giovane si presentò, 4 anni fa, dal dermatologo, l’indice Nikkei scese in picchiata. Non si accorse, intanto, che le foto durante lo sliding avevano mutato soggetto e le risatine dei partecipanti, dapprima soffocate e imbarazzate, sfociarono di colpo in grasse e lacrimose risate a fauci spalancate nel preciso istante in cui sulla parete veniva materializzandosi una gigantografia del bel dottore, nudo come un verme, con un paio di corna di renna in cartapesta calate su riccioli così folti e lucidi da sembrare finti, che s’ingroppava un bel ragazzo di colore vestito da Babbo Natale, entrambi circondati da festoni colorati. Evidentemente aggiunto con photoshop, uno striscione campeggiava sopra l’allegra scenetta, con la scritta in viola HALLELUJAH!!! SANTA CLAUS IS COMIN'!!! Il nostro eroe si girò di scatto verso la parete e spalancò gli occhi. Nel frattempo, un odore strano, come di scorreggia stantìa, stava invadendo la sala e prima di poter aprire bocca, il dottore svenne e con lui tutta la platea, in sincrono perfetto.
Nel triste e silenzioso spettacolo offerto da gente apparentemente morta, rovesciata e scomposta sulle sedie e sul lucido marmo del salone, irruppe il Cocker, svolazzando con le larghe falde del suo cappottone viola, la sudicia risata a insozzare la calma irreale: il potente e puzzolente gas soporifero aveva funzionato alla grande.
Con un enorme sacco rivestì il povero Chiavaliere e subito dopo, fischiando alla pecorara, chiamò a raccolta i suoi due sgherri: Due Facce da C…, intento a mercanteggiare con un algerino al quale cercava di offrire gesticolando, senza successo, la sua micro vettura in cambio di un vecchio cammello sciancato e con una gobba sgonfia, e Troppi Capelli, suo degno compare, un essere che aveva speso tutti i soldi dei suoi loschi affari per costruirsi una particolare garçonnière, da lui brevettata col nome di Trombocasa, dove l’ unico essere femminile ad avervi mai messo piede è a tutt’oggi una suora dell’adiacente convento che una sera aveva bussato e aveva pregato Troppi Capelli di togliere dalla via tutte quelle grosse trappole giganti per topi (aggiungendo poi, con un occhiolino d’intesa , che comunque “ i topi” non ci sarebbero cascati, a meno di non inserire nelle trappole alcune borsette Gucci o, al limite, qualche damigiana di Chanel n. 5 a fungere da esca).
- Presto, mie fetide blatte! Caricate lo stronzone sulla macchina! – ordinò il pazzoide battendo le mani.
- Quale macchina, capo? - chiese un esitante Troppi Capelli- Vuoi dire il Fiorino con il quale…
- No, imbecille! La Mini di quel mezzo cesso del tuo compagno qui presente! – ruggì spazientito il Cocker.
- Ma scusami, sire, - osò intervenire con fare remissivo Due Facce da C… – nella mia auto non c’è posto… figurati che quando mi scappa una scoreggia devo fermarmi, uscire e aspettare che la scoreggia esca perché in due non ci entriamo!
- Zitto, mezza bellezza! Fate come vi dico. La Mini è più anonima del simpatico Fiorino che il coglione ipertricotico qui – disse indicando Troppi Capelli – ha rubato.
- Cos’ha il Fiorino, Capo? È un semplice furgone bianco e come modello va molto anche a Parigi, mi sono informato prima di ru-
- C’è scritto BRIGITTE, SUCE MA BITTE su entrambe le fiancate, deficiente!- lo interruppe il Cocker.
- Cos’ è, il nome di una ditta? – chiese ignaro Due Facce da C…
- No, - sospirò il Cocker guardandosi le punte delle dita della mano sinistra– significa “Brigitte, succhiami il cazzo”… Eh, i francesi, che rime, che poesia, hehehe! Ora sbrigatevi, prima che vi incida tutto Rimbaud col coltello sui vostri culi rinsecchiti!
- Io mi permetto di ripetere che non ci entreremo tutti nell’auto, o mio maestro del dolore – azzardò Due Facce da C… con (mezzo) sguardo contrito e timoroso.
- Senti, sacco di rifiuti non differenziati, ascoltami… ehm – fece il Cocker avvicinandosi allo sgherro e circondandogli le spalle con un braccio - Devi credere nel potere del Caos se vuoi lavorare per me e se vuoi che le cose succedano. Sì sì, hohoho! Il Caos si manifesta nel Caso e nel Caso tutto è possibile perché il Caos è assenza di regole, chiaro? Devi perciò aspettarti l’inaspettato, devi concepire l’inconcepibile, come ad esempio un neg… un nero che diventa presidente degli Stati Uniti o un mezzo cioccola… un meticcio che vince la Formula Uno, HAHA!, what a joke! Ma come mi vengono?
- Ma Eminenza, – intervenne Troppi Capelli, interdetto – queste due cose sono successe veramente!
- Uh? Ah sì? Non leggo molto i giornali, ultimamente– tagliò corto Cocker agitando una mano come a scacciare una mosca invisibile. Poi si girò verso Due Facce da C… : - Visto, catetere umano? L’impossibile è possibile per chiunque, anche per la tua macchinina. E ora andiamo, forza!
I due inferiori caricarono il sacco senza vita nel minuscolo portabagagli, aiutandosi con dei calzascarpe, mentre il Cocker faceva scaldare il motore. Rintuzzati nel sedile posteriore, i due non credevano ai loro occhi: il contachilometri segnava 160 km orari.
- Ma… ma…- balbettò Due Facce da C…, talmente addossato a Troppi Capelli da formare con lui la figura di un mostro a due teste – com’è possibile?!
- Tutto è possibile nella vita e soprattutto quando ci sono di mezzo io, l’agente del Caos. Ha haha!
- Io sento di amarti, padrone – sussurrò Due Facce da C…, estasiato e sconcertato al tempo stesso – fai di me ciò che vuoi, disponi pure della mia anima lercia, ma illuminami col tuo sapere e insegnami il potere del Caos e io ti prometto in cambio assoluta fe-
- Ancora a rompere il cazzo? Non vedi che sto guidando? troncò il Cocker, lo sguardo malato fisso davanti a sé, le mani inguantate strette attorno ad un volante non più grande di una Polo alla menta e la grigia strada che si srotolava sottomessa sotto quelle ruote grosse come taralli.

Intanto nubi oscure andavano ammassandosi lentamente disegnando spire di fumo nero in un cielo cupo e silenzioso, come a sottolineare la trama di un disegno dai contorni sempre più precisi, un disegno dal soggetto ancor più nero; nero come il cuore di un assassino o i polmoni di un fumatore di Gauloises, nero come un presidente degli Usa o come un campione di Formula Uno, ma meno nero dell’umore del tipico francese sciovinista quando immagina Carlà Brunì darla via tutte le volte a quel loro presidente mezzo nano e mezzo ungherese.
(continua)


lunedì 22 settembre 2008

Il Chiavaliere Oscuro - The analysis of the enemies and the nemesis

(Riassunto delle puntate precedenti: eh no, se v'interessa leggetevi le puntate precedenti, mica posso fare tutto io, cristo)

Il bel Chiavaliere era solo in casa e stava fumando un Cohiba sul balconcino, rimirando il cielo sopra di sé. Aveva concesso un weekend di libertà al fido Evil per il suo annuale impegno nei campionati mondiali di Polka e Mazurca. Erano giorni che in casa non si sentiva altro che il loop del Cha cha cha della segretaria, Broken aveva ormai un diavolo per capello (finto), perciò si era sentito rinascere quando Evil, valigia in mano, quella mattina lo aveva salutato con un inchino alla porta.
Finalmente libero di ponderare, Broken Asser Wayne osservava l’ammassarsi delle nuvole; vi vedeva una minaccia: il radunarsi delle forze ostili, capeggiate dal sordido The Cocker, come nere nuvole umane cariche di brutti propositi, non ultimo la rivelazione della verità. E lui non poteva permetterlo. In quei giorni, travestito da battona brasiliana, Broken era riuscito ad infiltrarsi nelle bettolacce dove soleva riunirsi la tragica umanità della città. Aveva così sentito voci riguardo ad una misteriosa adunata di disgraziati al soldo di un losco quanto schiodato figuro truccato da pagliaccio.
Era The Cocker, non c’erano dubbi. Cosa aveva in mente? Chi aveva assoldato, tra la feccia umana? Aveva capito che il più debole e psicolabile tra tutti, Due Facce da C…, ormai era in mano sua. Chissà come l’aveva conquistato: la solita partita di coca purissima? Le abituali mignottenni rumene di cui Due Facce era goloso? L’estinzione del mutuo di casa? La moto BMW 1200, ovvero il nuovo sogno proibito del semimostro? Broken non conosceva di persona il mezzo infelice, ma la parte sana della faccia gli diceva qualcosa… sì, gli diceva che a volte non sapeva se preferire la parte intatta o la parte devastata e piena di pustole purulente del criminale. Sempre usando le arti e l’aspetto di Fernanda, la meretrice brasileira, Broken aveva potuto "conoscere", purtroppo in senso biblico, il resto della teppaglia che, tra un bicchierino di rhum di scarsa qualità e una caraffa di acqua ragia, serata dopo serata, si era lasciata andare a mezze rivelazioni e a piccoli accenni.
Il più stronzo di tutti era stato il misterioso e alquanto sinistro The Potator.
Costui era un essere allampanato che si presentava immancabilmente indossando una salopette, una maschera da contadino valtellinese e un paio di lunghissime e poderose cesoie. Si definiva “potatore professionista”, ma col ghigno sghembo che spuntava da sotto la maschera e che sfigurava la sua pelle cotta dal sole, The Potator in realtà faceva intendere che sotto quelle luride cesoie non cadevano solo innocenti rami di olivo o di altri alberi da frutto, ma anche cose un po’ più … viventi, diciamo.
Una sera, The Potator si era presentato in un fumoso bar di periferia, ebbro di Tavernello. A fargli compagnia, un esemplare di zozza umanità più unico che raro. Con voce ambigua, Broken Asser aveva iniziato una conversazione con i due ceffi, e aveva quindi fatto la conoscenza con l’unico criminale che non gli avesse chiesto favori sessuali: Scarecunt, lo Spaventapassere.
The Potator, al secolo Big Head, aveva bisogno di soldi, molti soldi. Era in procinto di rinnovare casa e aveva stilato un preventivo: 500 euri da spendere all’Ikea. Una cifra spaventosa. Non era quindi difficile immaginare che The Cocker lo avesse comprato con facilità per i suoi viscidi scopi. E anche lo Spaventapassere, quella sera, aveva annunciato giulivo che finalmente aveva trovato un “lavoretto facile facile” che gli avrebbe permesso di comprarsi una sciccosissima poltrona design e di modellarsi il culo, attualmente inesistente, grazie ai prodigi della chirurgia estetica. Il fascinoso dottore quella sera scoprì che lo Spaventapassere doveva il suo nome alla sua nota predilezione per gli uomini, caratteristica che emerse in lui quando, a 6 anni, la compagna di banco Barbarella aveva iniziato a infilargli nella cartella sporche polaroid che ritraevano vagine di ogni foggia. Schifato oltre ogni immaginazione, lo Spaventapassere, al secolo Nick Tyzzo, aveva iniziato ad avere incubi che lo vedevano inseguito da enormi fiche dentate pronte a sbranarlo. Di qui, negli anni dell’adolescenza, lo svilupparsi di un notevole senso estetico e il rifiuto di tutto ciò che riguardasse le donne e i loro minacciosi pertugi. L’unica donna che venerava, a parte la sua migliore amica Olga, era Céline Dion. Ma, nella sua fantasia malata, Céline Dion aveva una gran bella voce ed era “sficata”, ovvero era senza vagina. Perciò poteva essere ammessa nell’olimpo tutto maschile che regnava nella mente disturbata del giovane farabutto.

Broken Asser interruppe i suoi pensieri allo squillare del Cokia N70. Era senza dubbio una delle sue spasimanti. Era incredibile come, all’arrivo del venerdi sera, la figa cominciasse a piovergli addosso senza neanche bisogno di aprir bocca; una pioggia di tette, cosce, chiappe rifatte e labbra vogliose che scrosciava ininterrottamente fino alla domenica sera. A volte, Broken si ritrovava a maledire il destino che l’aveva fatto fottutamente bello e sexy da paura, non era più così facile gestire tutto quel ficame offerto sfacciatamente in larghe vassoiate d’argento.
- Pronto?
- Salve, faccia di chiulo! Sta per scoccare la tua ora! Hehehe!
- Maledetto bastardo! Cosa vuoi da me?
- Alt, qua le domande le faccio io… cosa voglio da te?
- Ma… questa domanda devo farla io e te l’ho appena fatta.
- Ah, già… scusa, ma sto vivendo un periodaccio. Il piano per stanarti e svergognarti assorbe tutta la mia energia, sono un po’ stanco. Che mi consiglia, herr doktor?
- Mah, riposo, dieta sana, un po’ di Supradyn e di Friliver dovrebbero anda… aspetta, cazzo! Tu sei il mio nemico, la mia nemesi! Non dovrei stare qui a consigliarti! Perché ce l’hai con me?
- Ho detto che le domande le faccio io. Ogni cosa a suo tempo, caro dottor Kildare delle mie palle. A suo tempo... Hehe. Un giorno saprai tutto. Che fai sabato sera?
- Mah, pensavo alla solita orgetta e … no, ci casco sempre! Non devo risponderti!
- Sono dell’idea che non ci sarà nessuna orgetta, carissimo. Haha hoho...
- Che vuoi dire?
- Sei di coccio?! Ho detto che le domande le faccio io! Aspetta e vedrai hahaha!
Hoho hehe… auf wiedersehen, caro…
Click.

Il Chiavaliere Oscuro si oscurò in volto. E anche quella sera, la sua libido sfrenata era svanita nel nulla: poteva dire addio ai suoi propositi scoperecci.
- Cosa, io mi domando cosa, in nome di iddio onnipotente, tu voglia DA ME!- urlò spazientito Broken Asser, scagliando il sigaro di sotto, accecando il piccolo Stalingiacomo che si trovava a passare sotto casa, accompagnato dai genitori, tipica coppia di comunisti sfegatati bolognesi.

[-Aaahhhh!
- Oddìo, Trotzky Maria! Il bimbo ha un sigaro in un occhio!
- Calma, Piernilde Palmira!…calma. Piccolo, fai vedere a papà… ecco, ti ho tolto questa cosaccia, va meglio?
- La bua fa male, papà, wuahaaahhh! – piagnucolò il piccolo Stalingiacomo.
- Non piagnucolare come un Veltroni qualsiasi, Stalingiacomo! e tu, Piernilde Palmira, smetti di agitarti come una sindacalista e occupati del ragazzino!
Mentre la compagna carezzava il piccolo frignante, Trotzky Maria alzò lo sguardo e individuò al volo il punto da dove era stato lanciato il sigaro acceso.
Conosceva quel balcone.
- Quel puttaniere fascistoide,– sibilò Trotzky Maria, il pugno levato al cielo – quel dottore tutto fica e bisturi la pagherà cara, un giorno!]

(continua)

mercoledì 17 settembre 2008

3 cretini in fuga_parte II_ primi avvistamenti





ULTIMISSIME DAL TG COCCHIA



vi ricorderete dei 3 pazienti evasi dal reparto di "Neuropsichiatria Degenerante Collettiva" della casa di cura privata "Dormi bene, dormi tanto" di cui vi abbiamo dato notizia qualche giorno fa...

..ebbene ci sono dei risvolti...

sembra che siano stati avvistati all'interno dei locali di un centro commerciale a circa 30km dal luogo della fuga mentre si accingevano a divorare buste di patatine e litri di coca-cola light

un addetto al reparto di frutta e verdura si sarebbe accorto della loro presenza quando una di loro gli ha chiesto con insistenza dove si trovassero i cetrioli; alla risposta del povero ragazzo "sono terminati" la fuggiasca malata avrebbe preso a ridere forsennatamente come una pazza isterica e si sarebbe diretta al reparto frutta ingoiando un melone intero e sputando semi in goni direzione, poi, non soddisfatta di ciò si sarebbe accesa una canna dirigendosi verso l'uscita dove, stando a delle testimonianze abbastanza credibili, si sarebbe allontanata insieme ad un individuo di carnagione chiara che indossava un costume fluorescente alla Borat e tacchi a spillo 12

tutto fa pensare che si tratti proprio di Olga Smorzakandelovna e di Nick Tyzzo, 2 dei 3 evasi la scorsa settimana mentre al momento non si hanno notizie certe della terza persona, tale Maddy Joint la quale sembra essersi volatilizzata nel nulla

l'addetto al reparto di frutta e verdura ha così commentato il fatto "mi sono accorto della presenza di questa donna perchè aveva delle tette enormi, così ho iniziato a fissarle ma credo che lei se ne sia accorta, quando è venuta da me sembrava un'invasata e per un attimo ho pregato che mi violentasse lì davanti a tutti tappandomi la bocca con una mela, sculacciandomi con il gambo del sedano e poi...beh....sì...ecco...insomma...vabè...."


alcuni clienti del centro commerciale avrebbero visto allontanarsi a tutta velocità un piccolo furgone bianco, alcuni riferiscono di aver letto sulla fiancate GOD IS GREAT, FUCK THEM ALL e poi del furgone più nulla


ma sentiamo ora cosa ha da dire il dottore che li ha in cura..., il Prof. Dr. Enfisemio Della Morte

"dalla descrizione fornita sembrano essere proprio loro, mi meraviglia il fatto che non abbiano usato violenza sul povero fruttivendolo alla richiesta della Olga ma probabilmente è stato per via della fame, presumibilmente chimica, che hanno preferito non infierire. strano inoltre che non siano stati avvistati tutti e 3 insieme, anche se non escludo che la Maddy Joint abbia qualcosa in testa... ...mi raccomando a tutta la popolazione: massima attenzione, occhi aperti, sedere tappato...questa è gente che ahimè non scherza, avvertite subito le forze dell'ordine in caso di avvistamento, anche se non è detto che riescano a fermarli, anzi....mi auguro di ri-averli presto in cura, come era una volta...muahhhhhh"


per ora è tutto



sabato 13 settembre 2008

Il Chiavaliere Oscuro - The evil evolution of all evils

(riassunto della puntata precedente: vedi "puntata precedente")

La coda alle Poste era lunga come la lista dei processi a carico di un certo premier politico italiano.
The Cocker sbuffava, il rovente cappottone viola in acetato e il rimmel che colava lo stavano innervosendo. Doveva pagare la bolletta scaduta dell'acqua e non era riuscito a farsi scalare dal conto la mora, nonostante avesse più volte schiaffeggiato il bovinide di sesso femminile che gli aveva concesso udienza allo sportello comunale.
La fila sembrava non scorrere, proprio come i pensieri di una velina, tanto che The Cocker si vide costretto a ad eseguire piccoli e ingannevoli passi di danza nel tentativo di superare gl'inferiori che gli sbarravano la strada. Un passetto... un altro... et voilà, ecco superata la vecchina alta come l'autostima di un depresso cronico.
Tutt'ad un tratto, una fitta di dolore al ginocchio sinistro gli mozzò il respiro.
- Faccia la fila come tutti gli altri, giovane fricchettone drogato! - abbaiò la vecchina - o le rifilo un altro calcio, stavolta alle pudenda!
The Cocker squadrò allibito la nana incartapecorita e i suoi piedi storti. Scarpe ortopediche a tacco largo con puntale rinforzato anti callo: micidiali armi da terza età.
Colto da un'ira selvaggia, afferrò la vecchia sotto la gola, la alzò come la candela della Statua della Libertà e ringhiò con voce roca:
- Trema, nonnina! E guardami quando ti parlo... hai paura delle mie cicatrici? vuoi sapere la loro origine? bene - iniziò il nostro pazzo grumo del male - un giorno avevo fame. Ho comprato un pezzo di pizza allo ròso, la mia preferita. Era durissima, una lastra di ferro, ma l'addentai lo stesso. Stavo passeggiando con questa cazzo di pizza, quando inciampai su un sampietrino divelto. Sono andato giù con la pizza in bocca e questa mi ha tagliato le guance. Da quella volta, non mangio più pizza, ma solo taralli! hahaha .... HAHAHA!!!
La vecchina, colpita da una zaffata di alito che racchiudeva in sé tutti gli effluvi di una discarica napoletana, svenne, pisciandosi nel pannolone.
... ...

Pagata la bolletta, il Cocker uscì e accese il suo FuckBerry viola: aveva bisogno di stringere nuove alleanze per fronteggiare il Chiavaliere Oscuro. Aveva già ai suoi piedi la sottofeccia della città, lo squadrone degli Squallidi, una muta di bestie primitive e rabbiose che il nostro pagliaccio aveva piegato ai propri viscidi voleri con un regime a base di recinto, catena corta, pastone di riso, acqua ed efficaci calci nei denti. Ma non bastavano, gli serviva un crininale di maggior classe:
Due Facce da C...o.

George, questo il vero nome di Due Facce da C...o, prese la chiamata.
Un istante prima, stava rimirandosi allo specchio a debita distanza (per via del naso lungo) e stava rimuginando sulla sorte beffarda che l'aveva portato a diventare un mostro assetato di male.

George aveva comprato pochi mesi prima uno splendido Suv, una Strange Lover, il suo sogno. Sensuale e imponente, il suo fuoristrada lo eccitava e nel giro di pochi giorni s'era ridotto a pratiche onanistiche notturne davanti al pc, collegato al sito suv.fuckers.it.
Ma la macchina consumava troppo e un bel giorno, dopo vani tentativi di vendita, George ebbe la malsana idea di disfarsi di lei truffando l'assicurazione.

Un mercoledi notte, con una tanica di benzina in mano e lo Zippo modello Zuppo nell'altra, si avvicinò alla Strange, le fece un'ultima carezza, la inondò di carburante e appiccò il fuoco.
Ma qualcosa andò storto. Un ritorno di fiamma gli arrivò sulla mano e lui, stupidamente, se la portò sul lato sinistro del viso. Odore di braciolata e urla disumane violarono la tranquillità della notte, mentre l'auto, silenziosa, rimase a guardarlo con i suoi fari muti, intatta.
Da quel giorno, mezzo George non fu più lo stesso.

- Pronto, sono The Cocker, come butta?
- Come vuoi che stia, sono un uomo a metà, cristo! che vuoi?!
- Ho un affare da proporti.
- Perché dovrei stare ad ascoltarti?
- Perché se accetti, ti compro la tua fottuta Strange Lover. 40 mila cucuzze vanno bene?
George/Due Facce da C...o , colto dall'emozione, ebbe un mancamento. Crollò di muso sul freddo lavabo, procurandosi un'ecchimosi.
Sul lato sano della faccia.

(continua)

martedì 9 settembre 2008

3 cretini in fuga



TG COCCHIA_EDIZIONE STRAORDINERIA


"è di poco fa la notizia che riguarda la fuga di 3 pazienti dal reparto di "Neuropsichiatria Degenerante Collettiva" della casa di cura privata "Dormi bene, dormi tanto".

i 3 sembra siano riusciti a scappare durante la scorsa notte usando l'uscita di sicurezza delle cucine della struttura poste al piano seminterrato e dopo aver rubato il furgone per il trasporto degli invalidi, hanno sfondato la recinzione esterna e si sono dileguati nelle campagne circostanti facendo perdere ogni traccia.

il primario che li ha in cura, il Prof. Dr. Enfisemio della Morte ha dichiarato "Sono rimasto esterrefato dalla lucidità dimostrata dai 3 pazienti ma non fatevi strane illusioni: questi sono individui altamente pericolosi, il loro stato di demenza è estremamente avanzato e a carattere permanente. invito chiunque possa incontrarli a scappare il più lontano possibile."


ed ecco brevemente una descrizione degli evasi


Olga Smorzakandelovna: di origini russe, soffre di disturbi evidenti e multipli della personalità, dimostra uno spiccato senso cinico e autoironico che la portano costantemente a ridere a "crepapalle" con conseguente identificazione in personaggi di fantasia: è convinta di essere il Joker. è solita girovagare per i corridoi della clinica ridendo tra sè e sè emettendo versi del tipo "ah ah, eh eh, ih ih, oh oh, uh uh" a volte intonando contemporaneamente "nella vecchia fattoria". al momento della scomparsa indossava abiti scuri ed una maschera da pagliaccio in viso.


Nick Tyzzo: proveniente da Miami, Florida, dimostra chiaramente di possedere due distinte personalità in netto contrasto tra loro: una femminile, molto forte, che lo porta allo svenimento di fronte ad un paio di Jimmy Choo e Manolo Blanik e una maschile, anche questa molto forte, che lo porta ad accoppiarsi violentemente e ripetutamente con l'inserviente del turno di notte, peraltro completamente muto. al momento della scomparsa indossava un tanga leopardato rosa, anfibi neri e boccaio per sigarette.


Maddy Joint: di origini anglo-giamaicane, soffre di gravi disturbi mentali con acuti stati di allucinazione e delirio galoppante che la portano ad estraniarsi dalla realtà anche per diverse ore. durante i stati di trance nei quali spesso cade, riesce a sottrarre una cospicua quantità di dolci e dolcetti dal distributore automatico del piano terra. molto conosciuta all'interno della clinica, si sospetta che spacci farmaci rubati dall'armadietto degli infermieri agli altri pazienti del 4° piano ed anche a quelli del 1° e del 3° piano. al momento della scomparsa indossava una camicia a fiori e stivali da cow-girl, ed inoltre c'è chi dice si stesse fumando una canna.



"per il momento è tutto, attendiamo gli sviluppi delle prossime ore ed invitiamo gli ascoltatori a seguire i consigli del Dr. Della Morte e ad avvertire le forze dell'ordine in caso di avvistamenti."

venerdì 5 settembre 2008

Il Chiavaliere Oscuro - The starting of the beginning of the origins

Il giovane e brillante precario dottor Broken Asser Wayne aprì la porta di casa e stramazzò sul divano, stanco morto.
La sua casa, il suo rifugio, finalmente. Non ne poteva più dei massacranti turnacci all’ospedale e dell’asineria dei suoi superiori, ma quel lavoro gli serviva, maledizione! Doveva mantenere l’anonimato, nessuno doveva sapere che in realtà sotto il camice perennemente lordato dal sangue delle autopsie si nascondeva un miliardario sessodipendente con l’hobby della lotta contro il crimine.
Ad accoglierlo, il fido Evil, maggiordomo interinale con proroghe contrattuali a scadenza mensile, l’unico a condividere col fascinoso dottore il terribile segreto della sua doppia identità. Evil aveva una classe innata ed era uomo di discrezione indescrivibile, tanto che il suo padrone e volte dubitava della sua presenza in casa.
Evil, che svolazzava leggero sulle pattine, con lo spolverino in mano, era capace di far brillare quella casa senza far rumore, di rimettere a posto vibratori, bambole gonfiabili e frustini senza batter ciglio. Evil era il fedele servitore che tutti avremmo voluto, anche se, come tutti i comuni mortali, aveva un tallone d’achille. Nel suo caso, il velenoso lambrusco.
Quando il padrone s’assentava per le sue oscure missioni, il brizzolato e pacioso Evil, suggendo litri dell’infame alcolico, si trasformava in un sordido animale.
Era in grado di sfasciare casa ondeggiando e stornellando sguiatamente, accasciandosi con fragore su preziosi tavolini di cristallo; aggrappandosi alle tende cucite da vecchine coreane ultracentenarie nelle lunghe notti passate nelle asiatiche galere; cagando sprezzante sulle fragili pagine miniate da diabolici monaci trappisti del Trecento.
Non mancava di concludere il baccanale lanciandosi in folli monologhi telefonici, malati e osceni, ai danni delle povere suore del Convento delle Madri Zoccolanti del Divin Agnello Flagellato e Agonizzante, per poi addormentarsi con l’occhio crinato, il respiro affannoso e un rivoletto di bava sul divano in pelle di panda, dono del Ministro della Tortura cinese.
Evil, le cui arti maggiordomiche gli permettevano di rimettere sempre tutto a posto, a costo di ripagare i danni con la tredicesima e il premio produzione, aveva anch’egli una doppia identità.
Quella sera, mentre l’aitante supereroe schiumava di stanchezza sul divano col telecomando in mano, Evil gli porse un doppio Jack Daniel’s e una busta viola lievemente profumata.

- La solita ninfomane che implora in ginocchio un appuntamento con me, eh, Evil?- sorrise sornione Broken.
- Temo sia dell’altro, se mi è consentito dirlo, sir – tossicchiò imbarazzato Evil.
- Evil, sei buono e caro, ma non sapresti riconoscere l’odore della gnocca neanche se ti rovesciassi addosso una carriola di vagine.
- Sempre fine, sir, ma mi sono permesso di sbirciare la busta: mittente e indirizzo sono vergati col sangue. E sul destinatario, se la memoria non mi tradisce, vi è scritto: “A quel figlio di vacca impunita”, senza offesa, sir. E il mittente si definisce The Cocker.
- Appunto, mio sprovveduto e ingenuo servitore: Cocker viene dalla parola Cock…. Un’allusione sessuale, ma io non sono fesso!
- Non oso contraddirla e, se non ha bisogno, ora mi ritirerei nella mia stanza. Danno La Famiglia Bradford in tv, non ne perdo neanche una puntata. Col suo permesso, buonanotte, sir.
Evil sparì, silenzioso e rapido come una faina in un pollaio.
Broken aprì la busta e lesse.

“ Ehilà, mio eroe! Ti ho scoperto, so chi sei. E se non vuoi che ti scateni addosso gli sgherri della mafia della vallesina, dovrai stare al mio giochino … hahahahaha!
Siamo seri, voglio un milione di dollari! Ehm…Aspetta, no, il dollaro non vale più un cacchio: voglio un fantastilione di euri… hahahaha!… o farò saltare in aria il tuo night preferito, The Dork Night, con tutte le pollastre rumene dentro… hahaha!… e poi faccio sparire una matita Faber Castell a punta dura tra le tue muscolose e un pochino chiacchierate chiappe… hahahaha!… e poi dò fuoco alla tua collezione di reperti autoptici di organi genitali che tieni in bagno…

ma soprattutto... rivelerò a tutti il tuo più terribile segreto: sei calvo!
Calvo calvo CALVO!

... haha… hehe…hoho!

p.s.
Ah, nel caso te lo stessi chiedendo:
non sono matto.
No, non sono matto.

Baci
The Cocker

La lettera era firmata con un bacio di rossetto Chanel n.19 (Broken era un esperto di labbra truccate, aveva baciato tante di quelle donne che il mondo della cosmetica non aveva più segreti), una sbaffata di una ventina di centimetri . Ma che bocca larga!- constatò perplesso il nostro eroe.
Chi era questo Cocker? Come aveva fatto a scoprirlo? Chi gli aveva detto che era calvo come un ginocchio di donna?
Ma soprattutto, dove diavolo aveva scovato una penna Fiorella con l'inchiostro colorato e profumato? Era dalle medie che non ne vedeva una, lui che avrebbe dato via, senza pensarci su due volte, la sua Lamborghini Miura in cambio di tutte e 6 le preziose penne.
La lettera lo allarmò e gli lasciò una vago sapore amaro nella piega dei suoi pensieri, una scia d’ombra che compromise la riuscita dell’abituale sega della buonanotte.
Fu una notte accompagnata da tristi presagi che lo fecero rigirare tra le nere lenzuola di seta come un porco sullo spiedo e gli fecero trascurare Christina, la particolare bambola gonfiabile a sei seni e due vagine, dono del sultano della Calabria Saudita, con la quale Broken era solito passare le notti solitarie.
Anche la città, quella notte, non dormiva.
Una risata folle, dall'alto dei cieli, risuonava di tanto in tanto lacerando le oscure tende della notte.

(continua)

sabato 16 agosto 2008

James Bondage - The cock is not enough

James Bondage era immerso nel traffico alla guida della sua Ashton Kutcher Martin a metano e, giunto al semaforo, approfittò per darsi una sistematina alle ciglia, rinforzando la dose di mascara. Stava per ripartire, quando sul monitor del suo BondPhone comparve il viso di lei, il capo: M.
- James, che diavolo sta facendo?!

- M, sto tornando a casa, la missione a Sant'Iddio Montelago mi ha stremato, uff… stasera prendo un dvd, mi schiaffo su il pigiama, una canna e poi a nanna.

- Sta scherzando?! Lei ha una missione da compiere, se l’è dimenticato? Deve beccare l’ivoriano che è a capo della cellula terroristica Operai del Male.

- Uh, che pazza che sono! Me l’ero scordato… tutte queste cure ormonali mi stanno bevendo il cervello. Mi scusi, M.

- Va bene. Dell’ivoriano non sappiamo niente, solo che è ivoriano. E che si nasconde nell’entroterra marchigiano, sicuramente in qualche fabbricaccia sperduta, a sobillare le maestranze. Si dia da fare, James, la saluto.

Lo schermo del BondPhone tornò nero.

- “si dia da fare, la saluto, gna gna gna”… ma vada a cagare, M!- borbottò il nostro agente.

Otto giorni dopo, Bondage aveva setacciato tutte le fabbriche di una nota zona industriale, ma dell’ivoriano nessuna traccia. Solo cinesi, marocchini, lituani, cingalesi, qualche nostalgico democristiano, ma nessun nero. In compenso, aveva rimorchiato un metalmeccanico e si era spupazzato un’intera RSU di una nota multinazionale, anche se il suo debole erano i capaci e muscolosi mulettisti di una ditta di logistica, ma, ahinoi, James Bondage non era lì per divertirsi.
I giorni passavano e nonostante James disponesse di tutte le pugnette ipertecnologiche, il suo bersaglio era talmente mobile che non riusciva mai a focalizzarlo. Eppure erano pochi i lavoratori dalla pelle nera, in quella zona.
Una sera, lungo una strada piena di tornanti, al ritorno da una cena con i compagni delle medie, il nostro eroe investì in pieno un giamario che gli abbozzò la splendida Ashton, e, nell’impatto, si schiantò contro un guardrail in pietra.
- Per la regina madre!- sbottò James – le spese del carrozziere sono tutte a carico mio, mannaggia ai tagli del governo!.. adesso che faccio?

La fortuna in realtà aveva appena dato una mano all’agente; sporgendosi dal parapetto, James notò una fabbrichetta dall’aria dimessa, ma con le luci accese. Dalla vetrata vide sfrecciare un muletto giallo. Bàttilfer Spa... Strano, pensò, questa fabbrica nella lista di M non c’è… andiamo a controllare, ma prima devo travestirmi.. ih, che peccato!

Franco il magazziniere stava fumando una paglia, imboscato tra gli scaffali del deposito, e stava pensando a quanto si fosse rotto le palle con il turno di notte. Lavorare di notte gli aveva sballato il bioritmo e, cosa ben peggiore, di notte alle donne non era permesso lavorare, perciò addio battutacce a doppi e tripli sensi, addio sbirciatine nelle scollature delle colleghe più giovani, quasi tutte interinali. Stava giocherellando con la leva del muletto, quando udì uno strano ticchettìo.
Tik tik tik tik tik ti
k…
Alzò lo sguardo e vide un essere divino in tacco 12, spacco vertiginoso, occhi azzurro ghiaccio, giungere in sculettante baldanza, con un Martini shakerato in mano.
- Che pezzo di figa disumana, stacca la carne dall'ossi, ma chi è? Una nuova dei piani alti?

James intanto sopraggiungeva ondeggiando sulle sue meravigliose Jimmy Choo e ad un certo punto cinguettò, mani a coppa sulla bocca:

- Operaiacciui! Operaiacciuii! Iuhu, c’è nessuno qua? Chi mi dà una mano a cercare un bancale di tondini di ferro? Dai, che se fate i bravi, poi ci prendiamo una cosa alla macchinetta del caffè!

Franco si lisciò baffi e chierica, gonfiò il petto e si mosse verso la sua futura scopata fatta donna.

- Signorina, sono il capo magazziniere, dica a me, ci penso io.

La "donna" per tutta risposta gli regalò un sorriso rizzapeni.
Franco era sul punto di venire e quasi non ascoltò le parole della donna, che gli stava chiedendo dell’esistenza di colleghi extracomunitari di colore.
- Qui abbiamo cinesi, rumeni, albanesi, turchi, ceceni e un interista napoletano, ma nègher no, signorina… ma se posso, un caffettino glielo offro io, bello caldo e lungo, se preferisce.
James si schernì portandosi un ventaglio modello Marie Antoinette sotto il nasino e declinò l’invito.

Stava per andarsene, quando incrociò un muletto guidato da un bel giovane piazzato, biondo e occhi verdi, talmente bello da far sembrare Gabriel Garko un orribile scherzo della natura. Il muletto inchiodò e il bell’operaio sgranò gli occhi. Fu un istante.

Ingranò la retromarcia e si diede alla fuga e solo allora James intuì. Era lui l’ivoriano! L’unico ivoriano bianco esistente sul pianeta, hai voglia a cercare un nero, perdìo!… James partì a razzo lottando con i tacchi, una calza si smagliò e nella corsa gli cadde la Magnum a terra, facendo partire un colpo secco e un iihhh! da checca isterica dalla bocca dell’agente segreto.

Frotte di tute blu improvvisamente spuntarono da ogni dove e si diedero alla fuga, ma James non vi badò: era riuscito a localizzare il muletto e mentre si guardava intorno, una chiave inglese lo colpì sul seno finto. La raccolse al volo e la ritirò indietro in un attimo. L’operaio bello come un dio rovinò a terra, esanime.

- Parla, dannazione! Sei tu l’ivoriano!

- No, io sono inglese, di Birmingham alta, lo giuro!

- Ah sì? E allora dimmi come si dice “ beh, a dire il vero” in inglese, se ci riesci!

- Ehm.. well, to tell de... the throughtth... the thruh... the treughth... ah, vaffanculo, mi hai scoperto, Bondage!
- Maledetto, come sai il mio nome?!
- Ricordi 3 anni fa, al night L'Opossum Eccitato? Hai arrestato uno dei miei tirapiedi, eri travestito da Marylin Monroe. Prima dell'arresto avevi cantato una splendida versione di Happy birthday, Mr. President.
- ah, una cosuccia di repertorio che non tiro fuori da anni - sospirò James in preda ai ricordi- ma ora basta, ti sbatto dentro! A proposito di sbattere, però... andiamo un attimo dietro a quei pallets...
... ... ...
Il giorno dopo, ritornato suo malgrado nell'impeccabile completo maschile Brioni, James si ritrovò al cospetto di M.
- M, mi dica: ma lei lo sapeva che Jean-Yves l'ivoriano era un bianco?
- Sì, Bondage. Era l'unico dato certo sui di lui, mi scusi per non averglielo detto prima.
- M?
- Sì?
- Credo di sapere cosa significhi la sua iniziale.
- Ah sì - sorrise M- mi dica, sono tutt'orecchi.
- Màmmeta!
E fu con questa ultima parola che James uscì con fare teatrale, il Martini in mano, lasciando M senza parole.
Almeno fino alla prossima missione.
..................................................
(soggetto: Olga e Nick
sceneggiatura e dialoghi: Olga
ispirazione: la trucida giornata a Montelago insieme agli Squallidi, alle 23.42 i nostri cervelli sono andati ufficialmente in pappa.
Big Head, la prossima volta che fai manovra con quella pietosa auto scucita, sotto casa di Nick,
spero che sfondi la vetrata della Uil).

venerdì 30 maggio 2008

Evil & The City


Parafrasando Faletti, niente di vero, tranne le recchie.
(fantarecensione e fantaracconto)

Evil venne preso dal terrore, un lieve capogiro accompagnò la flebile risposta che diede a Nick:- ok, vabbè, verrò a vedere Sex &The City. Non ho ucciso nessuno, ma se è previsto che io paghi a prescindere, berrò l’amaro calice.
Nick accolse la risposta con un gridolino soddisfatto, mentre Evil vedeva calare davanti a sé un muro di dolore, manco si fosse chiuso le dita in un cassetto o avesse sbattuto il mignolo del piede su un angolo vivo.
Perché tanto dolore?
Presto detto: si trattava della prima di Sex &the City, il film che narra di 4 oche petulanti alle prese con l’amore e il sesso in tutte le loro odiose sfaccettature.
4 donne comuni, ovvero 4 leggiadre fanciulle senza problemi economici, tutte con lavori alienanti, umilianti e poco creativi, tipo gallerista o columnist di un’importante rivista, con turni massacranti e schiene spezzate. Certo.
4 donne comuni che sembrano non avere problemi a incontrarsi a qualsiasi ora e ciarlare di cuori e cazzi nei locali più cool e costosi e che sembrano avere bisogno di un paio di Manolo Blahnik o di Jimmy Choo al giorno per trovare il senso della vita.
4 donne che, poveracce, si trovano a vivere nella città più squallida e noiosa del mondo, New York… uno schifo, insomma.
4 donne che, pur non essendo belle e con una logorrea lunga quanto la muraglia cinese, riescono a contenere in ogni serie nelle loro vagine più maschi che il San Siro durante il derby.
4 donne che vengono immancabilmente vestite ogni mattina da uno psicopatico cieco, un sicuro frutto dell’amplesso tra Satana e la pronipote di Rasputin strafatta di crack.
4 donne forti, sicure e indipendenti che, appena si accorgono che il maschio di turno non se le chiava/non se le sposa, diventano fascicoli umani dell’enciclopedia della psichiatria, volume X, "depressione e maniacalità".

Evil immaginava già il costante martello pneumatico sui maròni provocato dai lunghi quanto futili dialoghi del film, ma quello che non sopportava era che la preferita da Nick tra le 4 fanciulle fosse Carrie- faccia-da-cavallo- Bradshaw…almeno parteggiasse per Samantha, l’unica che invece di parlare, trombava con allegria e basta, godendosi la vita e non solo quella.
Niente.

La sala era piena.
Evil notò con raccapriccio e nausea che la fauna locale era composta dalle due seguenti categorie:
gay (delicati, sinuosi, palestrati, snob e leccati come dame del '700) e amiche di gay (brutte, sfigate, sole, inchiavabili, ma tanto tanto simpatiche).
Neanche un maschio etero.
Niente uomini con calvizie e capello a sbuffo, niente trippette strette in jeans larghi, niente mocassino marrone a costar poco, nessuna donna con la ricrescita, la pinza sui capelli e le croc ai piedi. Nessuno che nell’attesa parlasse della Ferrari, di Vale, dell’erba da falciare, del turno in fabbrica, dell’aumento del costo dei pomodori, del 730, di Berlusconi.
Una tragedia.

Iniziato il film, ad una delle odiose e sentenziose massime sull’amore di Carrie, s’alzò un tappeto sonoro di sniff e sospiri, nelle scene ricche di pathos o di sfrontate allusioni sessuali, qualche gridolino effemminato qua e là. Evil roteò gli occhi al cielo.
Non si poteva reggere.
Si alzò alla fine del primo tempo e disse a Nick:- vado a prendere i popcorn.
Al ritorno, dal sacchettino cominciò ad estrarre delle cosine di acciaio e ad alta voce chiese:-
Uomini! Maschi! Nessuno vuole una brugola? Ho anche dei cuscinetti a sfera.. su, dove sono i maschi? Viti, candele, bronzine!.. Parliamo di bricolage, ragazzi… a qualcuno avanza un cavo della batteria? Quanto è stronzo Hamilton… Cassano lascerà la Sampdoria? qualcuno di voi ha ancora i peli sulla schiena, cristo?!
Nick, rosso come il fard a chili sul faccione finto giovane di Carrie, lo tirò giù: - Ma che cazzo fai?! Mi farai vergognare! Metti via ‘ste viti, ‘sti cosi!
Evil disse: - Ok, non ce la faccio più.. esco un attimo fuori, non ne posso più delle donnette e del frociame, cazzo!
E uscì.

Un minuto dopo era al telefono con Olga che gli comunicò di essere in compagnia del Giamario nella bettolaccia antistante il cinema, tutti e due a sfasciarsi di birra e sparare cazzate.
- Che culo!, pensò Evil.
In 3 secondi netti li raggiunse e fu con gioia che rispose all’arlotto che lo accolse all’ingresso del noto locale La Faina Incazzata.
Giamario indossava una camicia a quadretti che sicuramente le 4 sciacquette di SATC avrebbero aborrito anche se suddetta camicia avesse contenuto il maschio più bòno del pianeta (Hugh Jackman, per la cronaca), Olga sfoggiava dei pantaloni da camionista barese il cui abbinamento a delle improbabili Croc viola erano la rappresentazione visiva di uno stupro etnico.
Evil con amore notò la ricrescita di Olga, l’alito birroso e la semplice femminilità con la quale la sua dolce amica staccò una madonna dal cielo nel notare che aveva appena finito le sigarette.

-Vecchio Evil, siediti, fatti una birra e non rompere i coglioni! - lo invitò Giamario, da vero gentleman.
Evil notò che il Giamario era il primo maschio che vedeva seduto senza le gambe accavallate da quando era uscito quella sera. Sorrise.
Era al settimo cielo.. finalmente il ritorno alla normalità..Olga gli comunicò che stava approfittando della superdote del Giamario, ovvero della capacità di succhiare via i ricordi, in cambio di due recchie ascoltatrici.
Evil fu contento di scoprire che le uniche recchie protagoniste nel locale erano quelle di Olga.
Il giorno dopo Nick gli avrebbe fatto il culo, ma almeno l’aveva scampata per quella sera.
Olga gli avrebbe parlato come una donna normale, il Giamario avrebbe cancellato tutti i suoi brutti ricordi.

THE END

(A Evil: non ti preoccupare, anch’io tifo per Samantha:
le altre amano e soffrono, lei tromba e se ne vantha)

martedì 6 novembre 2007

Ledi e Nella/2- Riunione condominiale col morto

Ledi stava rientrando carica di buste per la spesa.
- Uff, quanto pesano! E nessuno maschietto a dare una mano ad una lady come me…i giovani, che bestie…mmmhh che maschi…
Sulla soglia di casa l’attendeva Nella, in baby doll e ciabattine con sbuffo di struzzo.
- Cara, lascia, ci penso io! Vatti a rinfrescare, ti ho preparato il solito banana daiquiri.
- Grazie, angelo mio…ma devi cambiarti, tra 20 minuti c’è l’assemblea di condominio!
- Perché, cos’ha questo pagliaccetto che non va?!

Alle tre erano tutti presenti, 7 persone più l’amministratore, un certo Victor, un sosia di Gabriel Garko venuto meglio …Gustavo l’impotente era in fondo e con il bastone stava cercando di sollevare la mini di Ledi, in Chanelino malva, per sbirciarle le cosce sode, appena solcate da un reticolo azzurrino di venuzze. Mario, il possente idraulico del 3° piano e dirimpettaio delle nostre due naiadi, sbuffava d’impazienza.
- …Come un toro, mmmhh!!- mugolò Nella, che si era limitata a coprire il babydoll con un giacchino di seta sciancrato, e che agitava in mano un Martini pensando alla scena di James Bond, nudo e torturato.
Avevano appena finito di litigare sulle spese dell’ascensore, quando ad un tratto Jole, la pensionata del 2°, si accascia.
- Oddio, è morta!- urlò Ledi in falsetto- Mario, mi aiuti, sto svenendo…oooohhhh…
Mario la prese sulle possenti braccia, mentre Nella li guardava incredula.
- Oddio, sto male anch’io, Victor, aiuto…oooh…
Craniò a terra con un rumore di ossa spezzate, il biondo amministratore non era giunto in tempo.
Intanto Jole, nel parapiglia generale, venne portata via dall’ambulanza, le nostre due segugie erano stordite, i vicini agitati, il commissario Brandon ebbe difficoltà a sbrogliarsela.
La sera stessa, intente a fumare una Davidoff sul balconcino fiorito di casa, le due rimuginavano sull’accaduto.
- La povera Jole è stata sicuramente colpita con un bastone, una…
-…mazza?
- Mmhh…auhmm… può darsi, Nella!
- E non abbiamo sentito niente perché stavamo litigando tutti.
- Già, ma mi viene in mente che nessuno di noi aveva qualcosa in mano…
- Beh, tranne Gustavo.
- Gustavo!!! – fecero in coro guardandosi nelle rispettive lenti colorate.
- Quel vecchio pervertito! Ci provava con tutte noi, la povera Jole deve averlo rifiutato…
- …e lui, per ripicca, le ha maciullato la nuca! Presto, andiamo dal commissario Brandon!

Brandon si trovò di fronte le due signore mezze ubriache che tenevano in mano due doppi Martini e che, col rossetto sbavato e il segno sui denti e il rimmel mezzo scolato, stavano farfugliando qualcosa. Aveva anche notato che le due si erano date da fare con gli uomini in divisa: pizzicottate sui glutei, occhiolini, lingue passate sulle lascive labbra...
Dopo aver raccontato tutto, il commissario si mise le mani sui capelli.
- Ma signore, che cacchio dite? Morta? Gustavo chi? La vostra vicina è viva..
- Ma allora può testimoniare anche lei che Gustavo l’ha aggredita…
- Beva di meno, signora! Questa Jole ha avuto un ictus, niente omicidio.
- Ah…ahahhhhah, bel commissario, ci scusi!
- Ma non fa niente, bisogna essere comprensivi con gli anziani - rispose dolcemente Brandon.
- Eh??? Anziani a chi?!
Ledi fece partire il Martini, scagliandolo negli occhi del bel commissario, che iniziò a ululare, Nella lanciò un gridolino e subito accorsero due aitanti poliziotti.
Nel parapiglia generale, ci scapparono varie occhiate e palpatine di culo, solo dopo un’ora le due vennero rilasciate.
- Che dura la vita, Nella…questi uomini sempre pronti a metterti le mani addosso!
- Eh, pare di essere su Sex & The City!
- Aumwwhh…non male…andiamo, ti offro uno stravecchio.
- Ok, ma shakerato, non agitato!

lunedì 15 ottobre 2007

Ciak, si gira / Gnam, si mangia

Incipit: Sabato sera, a Villa Tyzzo.
La scena si apre con una carrellata sui protagonisti, meravigliosamente interpretati da attori naturali, autentici animali della scena cinematografica attuale.
Starring: Nick, Evil, Maddy, George, Thomas Verro e la Donna, Olga.
Also starring: L1 e L2, Johnny Dudes.
Animals : Neenah, l'erede conclamata di Lassie.
(avviso: nessun animale è stato maltrattato durante le riprese di questo film, tranne la fauna ittica del menu).
Nick apre le porte alle telecamere indossando un grembiulino che rivela la sua maniacalità in fatto di abbinamenti: stessa stoffa del tappetino del salotto...Maddy, socialmente impegnata, sfoggiava un abito lungo rosso proBirmania, da vera monaca (di Monza, però), Olga il solito, allegro nero. Gli altri, vestivano di pura bellezza.
Ignari, i personaggi si prestavano ad assaltare voluttuosamente la cena preparata da Nick, ovvero: tartine al salmone, involtini primavera, risottino di pesce al nero di seppia, filetti di merluzzo con chips di melanzane (o zucchine? come al solito ubriaca, Olga non ricorda ).
menu di gran classe, altro che il 'Pranzo di Babette'.
Partono i primi battibecchi sul fatto che Olga abbia procurato poco vino (Podium, mica cazzi), a nulla valgono le patetiche scuse, Nick non vuol accettare il fatto che al momento dell'acquisto Olga e Maddy erano già in bevuta continua dalle 18 della sera. Una scena da pathos che sicuramente varrà una nomination agli Oscar.
L'azione si svolge con facezie, risate, cazzate fino al momento clou del film: il tentato omicidio da parte dei seguenti, malefici elementi:
fave dei morti scioglievoli sul palato, cantucci friabilissimi, la Diabolica, ovvero torta cioccolato e peperoncino, ingannevole meringata da peso specifico immane...
Tutto si risolve con la magnifica scena corale di una partita a Tabù dove i protagonisti fanno sfoggio di una cultura superiore e, grazie alle calorie bruciate spremendo le meningi, riescono a sconfiggere l'odiato colesterolo.
Ma alla fine, Nick, amante del rischio, se ne esce col colpo di scena: pericolosissimi 'bibbitoni' a base di vodka svedese e tracce di succo di frutta..per fortuna, immunizzati da anni di maratone alcoliche dove neanche l'acqua ragia è disdegnata, i nostri eroi superano la crisi.

Ma riusciranno questi superuomini a sopravvivere a futuri, vili attacchi del Male?
To be continued...si attende un altro meraviglioso e avvincente episodio della saga mangereccia.

A noi 'Il signore degli Anelli' ci fa una 'semplice' a due mano....

sabato 6 ottobre 2007

Ledi e Nella/1- Misterioso omicidio alla Mutua

Ledi e Nella erano intente ad eseguire gli esercizi del dvd "Smaglianti a 60 anni", ma ad un tratto Nella si blocca.
- Ah, maledetta osteoporosi! domattina prenoto una visita. Ti serve niente?
- Beh, il Vagisil è quasi finito, ma non preoccuparti.
Il giorno dopo, ritirata l'impegnativa, Nella si recò con la sua bici pimpata (Graziella leopardata con
sellino modello Bozza Felice) verso la mutua.
Sicura sui suoi Manolo Blahnik sculettò verso la fila. Davanti a sé, l'istruttore di nuoto nonché modello di intimo,
Pedro.
- Mmmhh, uhmmm, Pedro, ma cosa ci fa un bel ragazzo come te qua?
- Prenoto una visita, ho un gluteo infiammato, tocchi qui, senta, senta.
- Sento, sento, ahummm!
- ...Ma lei, piuttosto?
- Ah, le mie povere ossa...faticano a tener in piedi questo corpicino sodo.
- Lei è sempre una ragazzina, su...vedrà che non è niente
- Mhhh, adulatooore...- gli fece Nella sbattendo cerbiattamente le ciglia.
Ad un tratto un urlo spezzò l'idillio.
- Presto, il dottor Mazza è morto!
Nella estrasse il cellulare Hello Kitty:- Ledi, vieni subito, mia cara. E’ successo qualcosa!
Un'ora dopo, durante il sopralluogo della polizia, Ledi e Nella curiosavano con l'aria saputa di vecchie cagne da tartufi.
- Nella, hai notato qualcosa di particolare sul corpo del povero dottore?
- Sì, cara, ho notato che era Mazza di nome e di fatto...che pena, un uomo così dotato!
-Mmmh… Già, ma io mi riferivo alla corda usata per strangolarlo.
- Sì, Ledi, quella corda color magenta mi dice qualcosa...
Verso sera, le due amiche stavano sorbendo la loro abituale tisana
per il sonno (1/3 valeriana, 2/3 scotch) sfogliando il ‘Dieux du stade’, quando Ledi proruppe:
- Ci sono! la corda è quella che
usa Manuel il Moro durante gli strip al Night di Chiavot Cove!
- Sì! ricordi quando festeggiammo il mio compleanno e io ebbi l'onore di legarlo al palo con quella corda?
- ...Mmmhh...awm...sì, quei muscoli tesi!
L'indomani, con una
squallida scusa (una richiesta d' autografo sulla foto-ricordo del pene di Manuel), le due si presentarono minigonnate a casa del gigolò. Frugando di nascosto tra gli abiti di scena, Ledi scoprì che Manuel non aveva più la sua famosa corda e fecero una telefonata anonima alla polizia.
Torchiato dalla polizia, Manuel confessò dopo un paio d'ore. Aveva ucciso
Mazza, per gelosia. Erano amanti, ma poi aveva scoperto delle pornochat tra Mazza e Pedro.
- Beh, Ledi cara, questa storia lascia l'amaro in bocca...
- Sì, la gelosia è una brutta bestia...
- No, mi deprime che i maschi più belli abbiano i nostri stessi gusti!
- Già.. ma sono sicura che, se avessimo voluto, Manuel ci avrebbe rivoltate come due calzini, quella notte al night!
- Vero, manco i gay ci possono resistere!
- Mhh..ahumm. Mwhh!

sabato 22 settembre 2007

Ledi e Nella /0 - Delitto alla gita organizzata

Webgiallo a episodi - racconto pilota


“Le Cinque Terre a 10 Euro!” Questo recitava il volantino su carta leggera trovato 20 giorni prima da Leda nella cassetta delle lettere. L’aveva portato un giovane body-builder che cercava di arrotondare lo stipendio facendo un po’ di volantinaggio, e di rotondo non aveva solo lo stipendio... uhm mmh uhm…
Leda quasi si era slogata una caviglia per allungare il passo malfermo e raggiungere quelle belle chiappette che presto il buio di quella notte aveva inghiottito con voluttuosa ingordigia. Per un attimo aveva maledetto quei tacchi a spillo, ma dopo aver guardato il vezzoso ciuffo di pelo rosso sulla punta dei sandali, mugulò arricciando le labbra e rientrò in casa.


14 Luglio, il giorno della partenza. Alle 4. Vecchietti già pimpanti, tutto un cicaleccio, bestemmie e brutali peti. Chi si sveglia e chi va a dormire, due figure maldestramente abbandonate sui sedili del pullman russano biascicando ad ogni buca della strada. Leda, un lungo tubino nero luccicante di paillettes, il rossetto sbavato da un lato e la parrucca da Valentina crollata verso la fronte. Serenella, avvolta nel velluto rosso del suo abito giropelo, stivali al ginocchio inzaccherati e lo chignon addobbato con fiori e farfalle.


Verso le 8 si alza una sgalletata vestita con uno straccetto a fantasia pastello con un pentolone in mano, afferra il microfono e dopo un lancinante fischio di ritorno, inizia a favoleggiare sulle inimmaginabili potenzialità delle Pentole Sgorra. Parla, parla, ogni tanto sussulta con gridolini entusiastici, ci sa fare con la gente, tutti che guardano quasi ipnotizzati dal luccichio del coperchio salva-tempo Sgorra.
Anche Leda e Serenella attraversano con lo sguardo il corridoio del pullman, estasiate e anche scocciate dalla troietta invasata che impedisce loro di vedere il braccio nerboruto dell’autista che con mano solida domina il bestione che sfreccia verso il mare. “Che bel giovine” “tutto maschio!”. Lo specchietto bombato le fa apparire come fossero in una bolla e quando l’uomo apre il suo viso abbronzato in un sorriso ammiccante, Serenella drizza la schiena mostrando il seno prosperoso e turgido nonostante le tante battaglie.


Il pranzo nella bettolaccia con i tavoli di formica è piuttosto scarso, ma i vegliardi ancora rincoglioniti dalle parole delle giovane venditrice sembrano non accorgersene, sorridono inebetiti rosicchiando la poca carne delle costolette bollite.
Al bancone solo due avventrici prolungano l’aperitivo. Leda fissa il barman mentre serve sambuche con evoluzioni da freestyler facendo saltare i cubetti di ghiaccio sui bicipiti torniti. Serenella le lancia occhiate sulfuree, quel barman deve essere suo, ma nemmeno mentre succhia l’oliva del suo Vodkini riesce a distoglierlo dalla sua performance.


Improvvisamente un grido e il rumore sordo di un corpo che cade riempiono la fetida sala da pranzo. Tutti corrono, deambulatori permettendo, verso le scale che portano alle toilettes.
Quello che trovano è uno spettacolo raccapricciante: la venditrice di pentole a terra, col cranio sfondato e il sangue che ancora zampilla tra i capelli. Vecchi che infartano, camerieri che scivolano sul sangue della poveretta. Una strage, 13 morti, di cui solo una può definirsi vittima… e che cazzo!


I carabinieri arrivano nel giro di pochi minuti e iniziano a fare domande ai pochi superstiti: Gina la sorda, Emilio lo zoppo, Fulvio il gobbo, Elinda la sciancata, Gustavo l’impotente. Nessuno riesce a fornire indizi utili per poter intraprendere uno straccio di indagine.
Gli interrogatori terminano che è già passato il tramonto, l’appuntato Brando segue il collega Minnesota verso il bancone per rifocillarsi prima di tornare in caserma a stilare l’inconcludente verbale di un omicidio perfetto. Leda e Serenella sono ancora piazzate sugli sgabelli ormai sfatte a forza di campari e punt-e-mes.


Brando e Minnesota sono due pezzi di maschio puro, le camicie a stento riescono a contenere quei pettorali allenati. Le due dame si trascinano dandosi un tono verso i rappresentanti dell’arma.

“Generale! uhmm mmmh”
“Sono appuntato signora, desidera?”
“Desidero… uhm mmmh”

Minnesota, fisico da surfista, glissa sui mugolii di Serenella, mentre Leda si accosta a Brando maliarda.

“Qual buon vento, ammiraglio?”
“Venti tristi, e comunque non sono ammiraglio…”
“Confidatevi pure, sono tutta orecchi… tutta… uhmm mmmh”

I militari raccontano dell’omicidio con la speranza vana di poter raccogliere qualche indizio.

“Allora avete notato qualche strano movimento verso le due di questo pomeriggio?”
“No, siamo sempre state qui, stavamo sorseggiando del rabarbaro & tonic intanto che il barman era andato a raccogliere il ghiaccio nell’orto qui dietro”
“Ma come raccogliere il ghiaccio?”
“Così ha detto, gli serviva per i Frozen Rosoils… deliziosi! Guardi, la sotto, il pentolone ammaccato dove teneva i frutti dell’albero del ghiaccio. C’è ancora quella macchia di sangue su un lato, deve essersi ferito intanto che saliva tra i rami.”

Minnesota guarda Brando ed entrambi di scatto verso il barman “Fermo!”. In un lampo l’uomo fugge e scatta l’inseguimento.
Leda e Serenella restano sole al bancone, la sala è deserta.

“A quanto pare quei giovanotti sono usciti.”
“Sa, gli uomini pensano solo allo sport. Saranno andati a fare jogging”
Silenzio
“Usciamo, il pullman dovrebbe arrivare a minuti. A proposito, piacere, mi chiamo Ledi”
“Sono Nella, cara”

Scendono dagli sgabelli.

Vicino all’ingresso l’uomo di fatica dell’hotel inizia a sistemare le sedie sui tavolini, un bel moro con le spalle larghe, in canottiera e jeans strappati. Nella guarda Ledi e di scatto verso l’uomo di fatica “Fermo! Uhmmm mmhh uhmm mmmh”.