mercoledì 2 luglio 2008

Favole/ I racconti del Re Sole


Un giorno qualsiasi del 1972, al Cirque Royal di Francia, Pepi il clown stava parlando con un vecchio amico, che gli fece:
- vedi, tutti si chiedono se il clown, dietro ad una maschera artificiale sorridente in modo innaturale, nasconda in verità un uomo dal volto ombroso.
- Che importanza ha? La gente dovrebbe apprezzare il fatto che quell’uomo, triste o meno che sia, decida ogni volta di regalare un sorriso agli altri.

- Ma è un sorriso dipinto, forzato..

- Chi dice che da una cosa forzata non venga qualcosa di buono? Alla lacrima che affligge Pierrot e alla sua maschera ombrosa preferisco il Sole che regna sul volto di Pepi.
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In un giorno di pioggia del 1815, due api sostavano al riparo di un grosso ramo, nei pressi di Versailles.

- Che giornata orribile, la pioggia ci appesantisce le ali e il vento sta strappando i fiori… ma tu, perché sorridi?

- Taci… sto pensando a quanto sarà buono il polline che porterò alla regina quando tornerà il Re Sole!
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2001, estate. Théo il micio era stravaccato sul divano e guardava malinconico e assonnato fuori dalla finestra che dava sul parco del Palais Ombrageux. Un singulto al sapore di tonno lo tolse dal torpore.
Una mosca si fermò accanto a lui, rapita dallo sguardo fisso e ombroso del micio, e dopo un minuto lo apostrofò:
- Cosa guardi?
- Guardo quel gatto randagio che sta sul ramo del gelso.
- È spelacchiato, secco, ha un orecchio morsicato e sembra patire la fame, ma tu lo guardi quasi con invidia.
- Sì, è vero.
- Ma tu sei pacioso, bello in carne, mangi bene e il tuo pelo riluce!
- Sì, ma l’unica luce che rischiara il mio pelo è una fredda lampada. Lui invece ha il Sole addosso.
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Era il 1848. Honoré de Balzac, sentendosi vecchio a neanche cinquant’anni di età, ormai lacerato dalla malattia e senza ispirazione, si stava preparando a deporre la piuma, quello che sarebbe stato il suo ultimo romanzo languiva da quasi sei anni. Sei anni, lui che fu capace in passato di comporre un romanzo nell’arco di una notte! Da parecchio non riusciva a veder che ombre, le giornate gli sembravano così nere e le trascorreva pensando senza sosta ai suoi problemi e bevendo caffè a litri. Poi, un giorno, partì per la Polonia verso la sua amata Eva, decidendo di smettere di pensare e di fare invece qualcosa, qualsiasi cosa.
Ritornò finalmente col romanzo finito- l’ultima opera completa della sua vita- accorgendosi che se nessun’ombra era così potente come l’ombra della mente, il Re Sole in realtà era sempre stato là, alto nel cielo, a portata di mano.
Gli bastò decidere di chiedergli un raggio.
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E’ il 2008. Olga si rigira l’ultimo romanzo di Balzac tra le mani, in preda allo sconforto.
La colpisce ancora quella parola all’inizio del titolo, envers, rovescio. Quella parola che ultimamente aveva incontrato spesso nella sua vita… quanti rovesci, quanti lati oscuri, quante ombre, quanti voltafaccia aveva visto negli ultimi giorni. Quella parola, envers, la inquietava, anche perché la prima volta che l’aveva messa per iscritto sul blog, chissà perché, nessuno aveva osato commentare.
Poi apre il file della tesi, chiude gli occhi e il Re Sole inizia a sorgerle in testa . Sorridendo, Olga fa ballare le dita sulla nera tastiera, rischiarandola con la luce delle proprie idee.
Ritorna finalmente a sorridere, constatando che se le ombre delle nuvole sono indipendenti e non si lasciano governare, le ombre che lei si porta dentro può cercare di spazzarle via in ogni momento. Quel giorno, le bastò decidere di smettere di pensare e tornare ad agire.
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Era l'estate del 1715. Il Re Sole si era svegliato male quella mattina, cupe ombre lo affliggevano, la cancrena gli dava atroci dolori. Poi si fece forza e ordinò uno specchio al valet de chambre. Passò un quarto d’ora a cercare risposte nell’envers che vedeva nello specchio.
Piano piano dalla bocca, dagli occhi e dalla pesante parrucca cominciarono a spuntare raggi d’oro.
Più i raggi aumentavano, più il dolore diminuiva.
Il Re Sole sorrise lentamente e proruppe ad alta voce, gonfiando il torace:
Toi, l’envers, et vous, les ombres
Laissez passer le Roi Soleil...

E andatevene affanculo!

Il sole, cieco e muto, gli rispose ridendo raggiante.

6 commenti:

Maddy Joint ha detto...

morale della favola:
non importa se sarà una giornata di mmerda, l'importante è che anche in quella mmerda ci sia un po' di sole!!!


commento mio: difficile trovare un po' di sole dentro la mmerda ma vale sempre la pena tentare...

Olga Smorzakandelovna ha detto...

Un sole dai raggi marroni, che immagine poetica! ;)

giamario della savana ha detto...

@olga,nick,maddy

voi che potete, cercate il sole nella persona che vi sta accanto ...

... ops sempre di raggi marroni si parla!!!!

eh eh eh battuta regolare!!!

Olga Smorzakandelovna ha detto...

e tu, Giamario, cerca una persona che possa avere il sole dentro.. e attento ai Brown Rays!
Da quelli non è al riparo nessuno di noi!

Nick Tyzzo ha detto...

@Olga
Bone le onde binaurali, eh?

@Giamario
Evil è il Male! Lui, il sole lo spegne a panzate!

Olga Smorzakandelovna ha detto...

@Nick: è l'effetto dell'envers del sole.. la pazzia pura e semplice.
Riguardo a Evil, ti ricordo che esiste un breve filmato in cui si vede una breve ma intensa lotta a panzate.. tra me e Evil!