Dietro agl’immortali si cela spesso una vita tragica e piena di eventi dolorosi.
Una serie di traumi che hanno dato ispirazione per alcuni gioielli letterari che rimarranno per sempre.
Qualche esempio:
Cornell Woolrich (1903-78, sagittario)
Fin da bambino venne conteso dai genitori separati, un padre assente e una madre rompicoglioni. Prossimo alla laurea, una brutta infezione ad una gamba lo immobilizza a letto a lungo. Da adulto, tentando di sfuggire alla madre oppressiva, si sposa, ma il suo matrimonio dura appena 3 mesi, dopo di che, torna dalla madre e rimane con lei finché ella non muore. I suoi scritti sono permeati da una cinica analisi del dolore, della doppiezza umana e dell’inganno che è alla base dei rapporti umani.
Psicologicamente distrutto, solo, alcolizzato e povero, finisce i suoi giorni su una sedia a rotelle, dopo l’amputazione della gamba andata in cancrena.
Morì prima di aver concluso il romanzo The Loser (titolo eloquente, poi uno se le va a cercare...).
(Ragazzi, questo è l’uomo che ha firmato alcune tra le più belle sceneggiature di film, da Truffaut ad Hitchcock (La finestra sul cortile), mica Vanzina, oltre ad esser da sempre riconosciuto come il genio assoluto del romanzo nero. L’ho scoperto a 20 anni, è un dio dimenticato).
Charles Baudelaire (1821-1867, ariete)
A 6 anni gli muore il padre, un ex- prete. Senza alcun freno morale, passa una giovinezza dissoluta tra droghe e alcol, dilapidando il patrimonio di famiglia in compagnia degli amici del bar e del muretto, a Parigi.
La famiglia gli blocca i beni e lui tenta il suicidio ben due volte. Intanto, nel 1866, a causa dell’afasia, rimane paralizzato nel lato destro del corpo e dopo una lunga agonia, completamente paralizzato, muore a 46 anni e viene sepolto senza tante cerimonie, dopo che il capolavoro I fiori del male viene condannato e censurato. Solo successivamente gli verrà tributato l’onore meritato. Una bella consolazione.
(il Poeta tra i poeti, il migliore al mondo, nonché fine critico d’arte; le sue poesie sono disumane).
Soren Kierkegaard (1813-38, gemelli)
A neanche 20 anni gli sono già morti 5 fratelli e lui “capisce” di essere stato maledetto da Dio in persona, anche perché il padre, sacerdote con la fissa del senso di colpa e del peccato, a pochi mesi dalla morte della moglie (la famosa ciliegina sulla torta), pensa bene di sedurre allegramente un’altra donna… un esempio di coerenza, per il piccolo Soren.
Il filosofo inizia a pensare di meritare una vita in solitudine e spezza perciò di proposito il fidanzamento con la donna del suo cuore, rimpiangendola poi a vita.
Visse solo come un cane e l’unica nota di colore nella sua breve vita fu il continuo sputtanamento che gli venne riservato nelle più famose riviste letterarie danesi. Una botta di vita, non c'è che dire.
(Uno dei miei filosofi preferiti, una vita spesa ad analizzare l’angoscia e a farne il tratto distintivo dell’umanità intera. A parte che kierkegaard in danese significa cimitero, a scuola, quando la prof di filosofia ci parlava di lui, ci toccavamo le palle. A pelle. Ed eravamo tutte femmine.)
Virginia Woolf ((1882-1941, acquario)
A 13 anni le muore la madre, a 15 la sorella e Virgi ha il suo primo collasso nervoso.
Intanto i fratellastri, tanto per gradire, abusano sessualmente di lei a più riprese.
Nonostante felicemente sposata, la Woolf ha una relazione omosessuale con un’altra scrittrice, soffre di depressione ed inizia a sentire le voci.
Nel marzo del 1841, si riempie le tasche di sassi e prova a vedere com'è respirare l'acqua del fiume.
(Che capolavori: Gita al Faro, Orlando, Mrs. Dalloway! Ha rivoluzionato lo stile compositivo delle generazioni a venire, con la tecnica dello stream of consciousness).
Stephen King (1947, vergine)
A 2 anni, sente il padre dire: “vado a fare due passi”. Non tornerà più, preferendo la fuga alla soluzione dei gravi problemi economici che attanagliano la famiglia King.
A 4 anni assiste alla morte di un amichetto di giochi, straziato sulle rotaie da un treno.
Il piccolo Stevie rimane a lungo scioccato e successivamente è vittima di una grave infezione ad orecchie e gola che gli procura atroci dolori.
Nel 1972, ai problemi economici si aggiunge l’alcolismo, cosa che lo porta a pronunciare il discorso per i funerali della madre completamente zuppo fradicio.
Non contento, inizia a drogarsi e solo l’amore della sua famiglia lo fa uscire dal tunnel.
Nel 1999 per poco non stira le gambe sotto un Dodge Caravan.
(Sono 25 anni che leggo Stephen King, non smetterò mai di farlo… alcuni suoi libri sono capolavori assoluti che andrebbero inseriti nei programmi scolastici. Altro che “Re del Brivido”, ignoranti critici del cacchio: quest’uomo ha da sempre scritto meravigliosi inni alla vita e all’amore)
Olga Smorzakandelovna (1972, acquario)
Da piccola scopre subito le gioie e i dolori dell’amore: s’invaghisce del compagnetto di giochi Samuele, figlio di contadini vicini di casa, bello e strano forte.
Un giorno, mentre i due giocano con i cuccioli di dobermann del padre di Olga, il malvagio ragazzino spezza un orecchio ad uno dei cagnetti. Track!, orecchio di cane e cuore di bambina straziati in un secondo.
A 11 anni si fidanza con il compagno di banco, per poi scoprire, 20 anni dopo, che egli è diventato una delle checche più sfrante dello Stivale, uno coi capelli biondo platino e la fissa per il rossetto alla Robert Smith, per intenderci.
La giovane Olga intuisce di colpo il senso della precarietà della vita e dell’ingannevole apparenza delle cose.
A 17 anni, in una stupida competizione sentimentale, soffia vigliaccamente il ragazzo dei sogni della sua migliore amica, per poi mandarlo a cagare nel giro di un mese per sopraggiunta noia.
Questo le procura la condanna ad infamia sempiterna da parte delle compagne, una cosa che in confronto La Lettera Scarlatta di Hawthorne è un romanzucolo della Tamaro (ehi, avevo 17 anni, cazzo! Poi sono cambiata…)
Nel 1999 va ad un importante colloquio per una promozione dal suo capo, un uomo di un’eleganza umiliante e schiacciante, esi presenta con la maglia a rovescio e girata con l'etichetta sul davanti.
Naturalmente, le cuciture sono grosse come funi da marinaio. Ovviamente, l’etichetta, è grande come un foglio protocollo… La ragazza scopre l’umiliazione e il senso d’inadeguatezza che l’accompagnerà per sempre.
1 settimana fa, nella delicata fase di stoccaggio di un bancale di Froben sciroppo, Olga scopre il dolore fisico e la transitorietà del suo corpo: si scheggia un’unghia.
L’esperienza la segnerà negli anni a venire.
* tutto successo veramente… sì, posso dire di possedere la vera cognizione del dolore.
2 commenti:
....ma una bella grattatina ai cojoni,nooo??!!!
....ecchecazzo!!!....casi umani nel vero senso del termine...
concordo sul genio immortale di Baudelaire e Olga, gli altri non me l'ho mai cacati di striscio...vedremo di approfondirne la conoscenza...
direi che la grattata ai gioielli è come il gratta e vinci, ogni tanto mai farselo mancare.
Grazie per avermi accostato a Carlino Baudelaire, non son degna, non son degna...
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