mercoledì 30 luglio 2008
vezzi maschili
martedì 29 luglio 2008
Cultura/ La cognizione del dolore
Dietro agl’immortali si cela spesso una vita tragica e piena di eventi dolorosi.
Una serie di traumi che hanno dato ispirazione per alcuni gioielli letterari che rimarranno per sempre.
Qualche esempio:
Cornell Woolrich (1903-78, sagittario)
Fin da bambino venne conteso dai genitori separati, un padre assente e una madre rompicoglioni. Prossimo alla laurea, una brutta infezione ad una gamba lo immobilizza a letto a lungo. Da adulto, tentando di sfuggire alla madre oppressiva, si sposa, ma il suo matrimonio dura appena 3 mesi, dopo di che, torna dalla madre e rimane con lei finché ella non muore. I suoi scritti sono permeati da una cinica analisi del dolore, della doppiezza umana e dell’inganno che è alla base dei rapporti umani.
Psicologicamente distrutto, solo, alcolizzato e povero, finisce i suoi giorni su una sedia a rotelle, dopo l’amputazione della gamba andata in cancrena.
Morì prima di aver concluso il romanzo The Loser (titolo eloquente, poi uno se le va a cercare...).
(Ragazzi, questo è l’uomo che ha firmato alcune tra le più belle sceneggiature di film, da Truffaut ad Hitchcock (La finestra sul cortile), mica Vanzina, oltre ad esser da sempre riconosciuto come il genio assoluto del romanzo nero. L’ho scoperto a 20 anni, è un dio dimenticato).
Charles Baudelaire (1821-1867, ariete)
A 6 anni gli muore il padre, un ex- prete. Senza alcun freno morale, passa una giovinezza dissoluta tra droghe e alcol, dilapidando il patrimonio di famiglia in compagnia degli amici del bar e del muretto, a Parigi.
La famiglia gli blocca i beni e lui tenta il suicidio ben due volte. Intanto, nel 1866, a causa dell’afasia, rimane paralizzato nel lato destro del corpo e dopo una lunga agonia, completamente paralizzato, muore a 46 anni e viene sepolto senza tante cerimonie, dopo che il capolavoro I fiori del male viene condannato e censurato. Solo successivamente gli verrà tributato l’onore meritato. Una bella consolazione.
(il Poeta tra i poeti, il migliore al mondo, nonché fine critico d’arte; le sue poesie sono disumane).
Soren Kierkegaard (1813-38, gemelli)
A neanche 20 anni gli sono già morti 5 fratelli e lui “capisce” di essere stato maledetto da Dio in persona, anche perché il padre, sacerdote con la fissa del senso di colpa e del peccato, a pochi mesi dalla morte della moglie (la famosa ciliegina sulla torta), pensa bene di sedurre allegramente un’altra donna… un esempio di coerenza, per il piccolo Soren.
Il filosofo inizia a pensare di meritare una vita in solitudine e spezza perciò di proposito il fidanzamento con la donna del suo cuore, rimpiangendola poi a vita.
Visse solo come un cane e l’unica nota di colore nella sua breve vita fu il continuo sputtanamento che gli venne riservato nelle più famose riviste letterarie danesi. Una botta di vita, non c'è che dire.
(Uno dei miei filosofi preferiti, una vita spesa ad analizzare l’angoscia e a farne il tratto distintivo dell’umanità intera. A parte che kierkegaard in danese significa cimitero, a scuola, quando la prof di filosofia ci parlava di lui, ci toccavamo le palle. A pelle. Ed eravamo tutte femmine.)
Virginia Woolf ((1882-1941, acquario)
A 13 anni le muore la madre, a 15 la sorella e Virgi ha il suo primo collasso nervoso.
Intanto i fratellastri, tanto per gradire, abusano sessualmente di lei a più riprese.
Nonostante felicemente sposata, la Woolf ha una relazione omosessuale con un’altra scrittrice, soffre di depressione ed inizia a sentire le voci.
Nel marzo del 1841, si riempie le tasche di sassi e prova a vedere com'è respirare l'acqua del fiume.
(Che capolavori: Gita al Faro, Orlando, Mrs. Dalloway! Ha rivoluzionato lo stile compositivo delle generazioni a venire, con la tecnica dello stream of consciousness).
Stephen King (1947, vergine)
A 2 anni, sente il padre dire: “vado a fare due passi”. Non tornerà più, preferendo la fuga alla soluzione dei gravi problemi economici che attanagliano la famiglia King.
A 4 anni assiste alla morte di un amichetto di giochi, straziato sulle rotaie da un treno.
Il piccolo Stevie rimane a lungo scioccato e successivamente è vittima di una grave infezione ad orecchie e gola che gli procura atroci dolori.
Nel 1972, ai problemi economici si aggiunge l’alcolismo, cosa che lo porta a pronunciare il discorso per i funerali della madre completamente zuppo fradicio.
Non contento, inizia a drogarsi e solo l’amore della sua famiglia lo fa uscire dal tunnel.
Nel 1999 per poco non stira le gambe sotto un Dodge Caravan.
(Sono 25 anni che leggo Stephen King, non smetterò mai di farlo… alcuni suoi libri sono capolavori assoluti che andrebbero inseriti nei programmi scolastici. Altro che “Re del Brivido”, ignoranti critici del cacchio: quest’uomo ha da sempre scritto meravigliosi inni alla vita e all’amore)
Olga Smorzakandelovna (1972, acquario)
Da piccola scopre subito le gioie e i dolori dell’amore: s’invaghisce del compagnetto di giochi Samuele, figlio di contadini vicini di casa, bello e strano forte.
Un giorno, mentre i due giocano con i cuccioli di dobermann del padre di Olga, il malvagio ragazzino spezza un orecchio ad uno dei cagnetti. Track!, orecchio di cane e cuore di bambina straziati in un secondo.
A 11 anni si fidanza con il compagno di banco, per poi scoprire, 20 anni dopo, che egli è diventato una delle checche più sfrante dello Stivale, uno coi capelli biondo platino e la fissa per il rossetto alla Robert Smith, per intenderci.
La giovane Olga intuisce di colpo il senso della precarietà della vita e dell’ingannevole apparenza delle cose.
A 17 anni, in una stupida competizione sentimentale, soffia vigliaccamente il ragazzo dei sogni della sua migliore amica, per poi mandarlo a cagare nel giro di un mese per sopraggiunta noia.
Questo le procura la condanna ad infamia sempiterna da parte delle compagne, una cosa che in confronto La Lettera Scarlatta di Hawthorne è un romanzucolo della Tamaro (ehi, avevo 17 anni, cazzo! Poi sono cambiata…)
Nel 1999 va ad un importante colloquio per una promozione dal suo capo, un uomo di un’eleganza umiliante e schiacciante, esi presenta con la maglia a rovescio e girata con l'etichetta sul davanti.
Naturalmente, le cuciture sono grosse come funi da marinaio. Ovviamente, l’etichetta, è grande come un foglio protocollo… La ragazza scopre l’umiliazione e il senso d’inadeguatezza che l’accompagnerà per sempre.
1 settimana fa, nella delicata fase di stoccaggio di un bancale di Froben sciroppo, Olga scopre il dolore fisico e la transitorietà del suo corpo: si scheggia un’unghia.
L’esperienza la segnerà negli anni a venire.
* tutto successo veramente… sì, posso dire di possedere la vera cognizione del dolore.
domenica 27 luglio 2008
AUGURI, PICCOLA PIOTTA!!
40 anni portati malissimo e senza dignità, converrete con me.
Che cesso, vero? Non si può guardare, stacca la retina dell'occhio per quanto è mostruoso.
Flaccido, senza muscoli, sguardo insipido, labbra poco carnose, brutto come la fame ... ma come, l'Australia non è da sempre riconosciuta come la terra dei belli alla Hugh Jackman e Russell Crowe e via sbavando?
Bah.
Comunque, lo squallido essere condivide il compleanno con la creatura che regge in braccio:
La Piccola Piotta!
Splendida bambina che oggi compie un anno!
La Piccola Piotta è un frugolino capriccioso, allevato e viziato nel vizio da tre improbabili genitori: tre mamme incoscienti che una notte hanno concepito la piccoletta durante un insano e immorale atto copulativo su una panchina ... Per il concepimento han dovuto far ricorso ad aiuti chimici, ma non si pensi al Viagra o al Cialis, giammai!
La Piccola Piotta sin sal suo primo vagito ha rivelato un temperamento rabelaisiano: allegra, crapulona, sempre affamata ed assetata, irriverente, colta e sboccacciata (la sua prima parola? no, non ve la dico, metterebbe i brividi pure a Satana in persona..).
I suoi genitori sono stati messi a dura prova nella delicata fase dello svezzamento, ma possono ormai affermare con fierezza di aver portato a termine l'oneroso compito:
Maddy è stata insuperabile nello sfamare la bimba, le ha dato del buon cibo, e saggiamente ha sostituito fin da subito il latte con ottimi vini.
Ha capito che se la piccola doveva fare il ruttino, cosa c'è di meglio di un buon Brancamenta a fine poppata? E quando Piotta piangeva per via di qualche brutto sogno, ecco che la nostra amorevole mamma le aggiungeva due gocce di estratto di Giamario nel biberon, scacciando via le brutte immagini nella sua testolina, o, in alternativa, le preparava una tisana di erbe molto particolari ed esilaranti.
Infine, l'ha edotta su come arredare un bagno con classe, le ha spiegato di cosa parlano le donne, le ha fatto sentire buona musica italiana.
Nick, oltre ad essere il donatore di cotanto prezioso seme, è anche colui che ha iniziato presto a portar fuori la piccola, facendole conoscere persone meravigliose e posti... beh, magari non proprio adatti ad una fantolina, ma molto formativi.
Le ha insegnato a vestirsi bene e a sviluppare un senso dello stile non comune, le ha mostrato in anticipo tutti i begli uomini che un giorno Piotta conquisterà, le ha affinato l'orecchio portandola a concerti metal e ora.. le sta preparando il vestito per il ballo delle debuttanti ( e speriamo che non si debba aspettare veramente 17 anni!).
Olga le ha insegnato a leggere e scrivere correttamente e le ha sussurrato all'orecchio storie divertenti e favolette della buonanotte, mescolando sapientemente dolcezza e sano cinismo.
Ma ora basta parlare, guardate com'è gagliarda, la nostra figlioletta!
Cento di questi post, Piotta de mamma tua!
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p.s.
Sono le 12.35.
Ho ancora la testa piena di vino.
Sudori freddi, palpitazioni, colorito grigio, stomaco chiuso.
Non ricordo una minchia, tranne le canzoni di Vasco, l'ottima compagnia delle splendide femmine Tiberigna, Maddy, Gwendalyne, Cicci e Jenny, l'efficace terapia consolatoria del dottor Broken Asser, il ritorno a casa accompagnata dai miei due angeli custodi Nick e Giamario.
Ad un certo punto ho perso il filo dei miei discorsi, ma il fatto che stamattina Broken sia venuto a far colazione con me è segno che non ho detto niente di riprovevole o fatto nulla di... sconcio.
Forse.
Piccola Piotta, che madre snaturata ti ritrovi.
Povera te... auguri!
Olga, la "terza madre".
mercoledì 23 luglio 2008
"Why so serious?"
Ragazzi, oggi esce The Dark Knight e io non sto nella pelle.
Se non andiamo a vederlo al più presto, sparisco dal blog e il sabato sera inizio ad uscire conciata come il Joker. Mi è sufficiente un filo di rossetto e un pò di rimmel, per il resto alle 5 di mattina di una domenica qualsiasi sono praticamente uguale a lui.
Poi vi ammazzo tutti.
Inizio da Nick (lo Scarecrow de noantri): una morte lenta e inesorabile, da procurargli sostituendo l'arredamento di casa sua con l'eccellente mobilio del Mercatone Zeta e tenendolo sveglio per ore davanti ad una statuina della Thun.
Successivamente, rapisco Maddy e l'appendo sull'obelisco della piazza del duomo, in attesa che il suo George/ Bruce Wayne/Fuckman venga a salvarla, per poi ucciderli entrambi, davanti ad una folla immensa, così, dopo tante squallide "Notti bianche", avremo la nostra ... Dark Night.
Ma conoscendo George, piuttosto che salvare la sua bella, preferirà restarsene stravaccato sul divano palle all'aria e telecomando in mano e allora dovrò ucciderlo con una nuova bici difettata (l'altra volta mi è andata buca...), non prima di aver dato fuoco alla sua "Range Lover" (lo sanno tutti che George si tromba la macchina).
Col ghigno in faccia procuro una morte inumana a Big Head, detto anche Due Facce da Ca**o, spedendo lui e quella sua fetida Audi 80 piena di croste in mezzo ad una palude inquinata da acido muriatico e da fette di lonza galleggianti a mo' di ninfee.
Poi faccio come Christian Bale e gonfio di botte una madre e una sorella di uno qualsiasi di voi (è successo davvero, Christian Bale è proprio un idiota).
Infine faccio come Heath Ledger e ... mmmh, no... il suicidio no.
Be serious.
HA HA HA!!!
"The world is cruel, and the only morality in a cruel world is CHANCE"
"I am an agent of CHAOS"
"Introduce a little ANARCHY"
"Everything BURNS!"
"Come on, wanna PLAY?
(The Joker)
p.s.
Scusate, ieri ho fatto le 2 di notte a leggermi recensioni dell'uscita americana, battute del film, pettegolezzi, carrellate di foto e interi pezzi critici sulla figura del Joker... la prossima volta giuro che mi accontento di vedere insieme a voi un film più consono, tipo "Scusa ma ti chiamo amore"...
Perchè preferisco la parte più buona di me.
Perché sento di amarvi tutti, anche se fingo spudoratamente.
Perché Moccia è sempre Moccia.
Perché tanto, poi, ammazzo anche lui.
Why so serious?
HA HA HA!!!
martedì 22 luglio 2008
Gaudio! Gaudio!
Diventerò BubbuMummu! Sono alla quarta settimana e il dottore mi ha detto che potremmo farlo nascere settimino: almeno sarà un acquario!
Sto già pensando al nome, voglio qualcosa che ricordi la natura, quella splendida madre che tanto abbondantemente e quasi smisuratamente mi ha dato. Si chiamerà Gestruemia, altrimenti, se sarà femmina, Rosa.
Ringraziamo il Dr. Landerzii e tutti voi per il supporto offerto in tutti questo tempo. Sarete ricambiati, magari dopo morti, ma con tutto l'affetto possibile.
Fottutamente vostro,
Nick Oleg Tyzzo
lunedì 21 luglio 2008
Sono Ancora Forte!
Ieri:
Il mago
Prozac-
-Seroxat-
-
Da domani.
Finalmente!!!
Altro che Helsinki...
perché spendere soldi per un ultimo dell' anno a Helsinki, quando l'incognita vichinga potrebbe deluderci? quando potremmo scoprire che Ice Raikkonen non solo non sarà a casa a fine anno, ma potrebbe pure non gradire le nostre viscide avances? o, come ha detto George ieri sera, potremmo rischiare di beccare solo Kimi Rattonen, il famoso grosso e schifoso topo di fogna dagli occhi blu?
Dai retta, anche perché guarda che razza di vichingo sta arrivando direttamente da Stoccolma...
Erik Olof Mellberg, 31 anni, 1.86 di prerogative e tanta, tanta bravura, visibile ad occhio nudo, direi...
E questo gioca in casa nostra...
Scommetto che da quest'anno mi diventi juventino anche tu, vero?
Lagufa Seca
"Stasera Stoner DEVE cascare, così Vale vince"
Detto, fatto... prima vittoria di Vale a Laguna Seca, alla faccia del cavatappi e del dentone australiano.
Big Head, sei un dilettante.
Vola via dal trespolo e fai posto al vero, inarrivabile gufo. Anzi, gufa.
Ovvero, io.
Quanto mi riesce bene!
p.s.
Gufo anche su commissione, prezzi modici.
Spargete voce.
sabato 19 luglio 2008
Smacchinata (Miles away)
Appuntamento sotto casa mia alle 6, dopo aver fatto le ore piccole.
Chi me lo fa fare?
La voglia di agire, ritornare.
Un favore ad un amico.
Quanto tempo dall’ultima smacchinata con Thomas Verro!
600 km, tutti da vivere.
Tutto quello di cui abbiamo bisogno.
Lui
Strada che si srotola silenziosa, motore che parla da solo.
Le lunghe dita da pianista sul volante, le lunghe unghie sporche di nero di saldatura.
Tappa mattutina nel solito bar dalle mille delizie.
La macchina verde che brilla come diamante fluido.
Compagnia.
Io
Chiacchiere di filosofia pratica, quella che si crea senza conoscerne i padri.
Battute da comici senza un pubblico, ma efficaci.
Musica che riporta solo a cose belle, incolpevole e gradita.
Ballo e canto a squarciagola tutta Madonna, mi lascio guardare da guidatori stupiti.
“Well, I’m all right
don’t be sorry, but it’s true
when I’m gone you’ll realize
that I’m the best thing that happened to you”
(Madonna, Miles away)
Batto in macchina i miei racconti sonori per il mio lettore speciale.
Km di parole messe in fila come persone alla cassa di un autogrill.
I bambini e gli adolescenti vivaci: le preposizioni, le congiunzioni, i segni d’interpunzione, leggeri e ballerini.
Le mamme e le nonne assorte: le pause e i silenzi pazienti e necessari, i toni di voce che danno senso a tutto.
I padri e i vecchi saggi: le parole pesanti e sentenziose, incancellabili.
Lui guida e ascolta silenzioso.
- Ti sto annoiando?
- No, mi piace ascoltarti.
Poi, il ritorno, stanchi e appagati.
Grazie, Thomas.
Amico mio, mio simile, mio tesoro, mia cura.
Non te ne vai mai.
Mai mi abbandonerai.
Non sarai tra le cose migliori a me capitate, da dover rimpiangere.
Quanti km ancora da percorrere insieme...
- 1000 km?! Sei matto?! C’è un limite a tutto, eccazzo!
- Vaffanculo, sempre la solita stronza!
…………
p.s.
Spoetizzare, sempre!
domenica 13 luglio 2008
Step by Step
questo è il blog del cazzeggio e della leggerezza, non dello scazzo e della pesantezza.
Il blog del cibo e del vino, non del digiuno e delle lacrime.
Va bene la cultura e la musica impegnata, ma ora è il momento di versi e liriche che non facciano pensare, di racconti lievi e amorali, di risate scritte per la mia e l'altrui gioia.
E' giunto il momento di smettere di voler per forza volare 3 metri sopra il cielo dei massimi sistemi, quando in terra abbiamo splendidi giardini di semplicità, giardini in cui ogni tanto posare le zampe e svuotare cuori appesantiti e spegnere cervelli in fumo.
Cercherò di recuperare la mia leggera essenza, ma ho bisogno di ispirazione, by Jove!
Perciò, mentre recupero i cd delle Lollipop e dei Gazosa e scarico tutti i film dei Vanzina e di Pieraccioni, chi mi presta un libro qualsiasi di Moccia?
(gàh, mette i brividi... questo scrive... e vende!... )
martedì 8 luglio 2008
Dio c'è
... e si manifesta quando meno te lo aspetti.
Ieri sera io e i miei amici abbiamo finalmente ricevuto un segno della sua immensa grandezza e bontà, perchè è inutile girarci attorno, anche se ci dichiariamo atei, agnostici, acritici, anfàmi, quello che cerchiamo a volte è un segno che non siamo soli, che qualcosa più grande di noi può volgere il suo sguardo benigno e regalarci almeno un sorriso in una giornata fecale.
Dio ieri ha voluto fare le cose in grande, intervenendo sulla serata a casa di Maddy e George, serata passata a languire tra due chiacchiere, gelato e bibbitoni vari. Si vedeva lo sguardo ansioso di George, assillato dal grande dilemma universale di come riuscire a sbolognare il Range Rover lucrandoci sopra, coadiuvato dai biechi consigli dello squalo della finanza Don Cosciotto; si notava l'insoddisfazione di Parma Letale nel non poter caricare in macchina tutte le gattine dei vicini di casa e imprigionarle nella sua tana, insieme agli altri 2 poveri gatti sifilitici di casa; si leggeva l'agitazione negli occhi di Don Cosciotto, perso nei suoi problemi con il caldo, con i figli impegnativi e con il sogno dell'affare perfetto da concludere; si scorgeva nello sbuffare di Maddy, insidiata dalle zanzare durante la difficile battaglia contro lo stendino e i panni da lavare; si intuiva negli improperi della sottoscritta, intenta a perdere come una stronza durante la sanguinosa partita a scala 40 contro George, Maddy e Big Head.
Impietosito dalla situazione, Dio ha detto: basta.
Con un' abile mossa ha fatto sì che Big Head - inspiegabilmente - rovinasse a terra da seduto durante una strana contorsione sulla sedia per vedere l'ora sul cellulare, esplodendo contemporaneamente una bestemmia, una vera e propria cannonata contro il cielo stellato.
Una fragorosa risata ha così spezzato l'inquietudine sottile, riportando momentaneamente la serenità al suo legittimo posto e regalandoci la certezza che lassù, qualcuno ci ama.
Tutti noi abbiamo ringraziato questo Dio sconosciuto, solo uno ha osato rinnegare il suo nome:
Big Head, che ha fatto echeggiare nelle campagne il nome di Dio e quello di un roseo animale dalle carni gustose.
Big, sbagli: non sai che il tuo chioppo a terra ti ha regalato un bonus di almeno altri due-tre mesi di vita? Che ogni volta che noi pronunciamo la sentenza di morte che da anni ormai pende sulla tua testona come la spada di Damocle, Egli intercede per te?
Ingrato!
Amen.
venerdì 4 luglio 2008
L'uomo diviso... moltiplica
Quell'uomo così sicuro di sé, così presente a se stesso, sano e scultoreo si è trovato di fronte a un bivio. Due strade, distinte, incompatibili.
Sono stati giorni micidiali e sono state notti interminabili. La prova a cui la vita lo ha sottoposto, ha rischiato di fiaccare ogni speranza.
La Fine, la terza via, ha spesso funestato il suo cuore.
Sono stati giorni senza tregua e sono state notti tempestose. Impossibile sfuggire al dilemma, le orde imperiose del dubbio non lasciavano scampo. L'uomo ha corso, dannazione quando ha corso, ma fuggire dalle responsabilità non l'ha salvato.
Sono stati giorni pericolosi e sono state notti minacciose. Ma l'uomo, all'ultimo ha trovato il coraggio, ha raggiunto l'illuminazione.
Uff, che caldo...
Ci sono riuscita, no?
Si vede il mare, vero?
Nessuno di voi sente caldo, giusto?
Io mi sto sciogliendo, ok, ma è colpa della corsa mattutina...(sì, come no) .
Lo so, ho fatto una cacchiata. Hugh Jackman quando passa squaglia l'asfalto, figuriamoci cosa succede a noi nel rimirarlo in questa posa innocente.
Vabbé, gente, la verità è che... c'è caldo e caldo!
mercoledì 2 luglio 2008
Favole/ I racconti del Re Sole
Un giorno qualsiasi del 1972, al Cirque Royal di Francia, Pepi il clown stava parlando con un vecchio amico, che gli fece:
- vedi, tutti si chiedono se il clown, dietro ad una maschera artificiale sorridente in modo innaturale, nasconda in verità un uomo dal volto ombroso.
- Che importanza ha? La gente dovrebbe apprezzare il fatto che quell’uomo, triste o meno che sia, decida ogni volta di regalare un sorriso agli altri.
- Ma è un sorriso dipinto, forzato..
- Chi dice che da una cosa forzata non venga qualcosa di buono? Alla lacrima che affligge Pierrot e alla sua maschera ombrosa preferisco il Sole che regna sul volto di Pepi.
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In un giorno di pioggia del 1815, due api sostavano al riparo di un grosso ramo, nei pressi di Versailles.
- Che giornata orribile, la pioggia ci appesantisce le ali e il vento sta strappando i fiori… ma tu, perché sorridi?
- Taci… sto pensando a quanto sarà buono il polline che porterò alla regina quando tornerà il Re Sole!
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2001, estate. Théo il micio era stravaccato sul divano e guardava malinconico e assonnato fuori dalla finestra che dava sul parco del Palais Ombrageux. Un singulto al sapore di tonno lo tolse dal torpore. Una mosca si fermò accanto a lui, rapita dallo sguardo fisso e ombroso del micio, e dopo un minuto lo apostrofò:
- Cosa guardi?
- Guardo quel gatto randagio che sta sul ramo del gelso.
- È spelacchiato, secco, ha un orecchio morsicato e sembra patire la fame, ma tu lo guardi quasi con invidia.
- Sì, è vero.
- Ma tu sei pacioso, bello in carne, mangi bene e il tuo pelo riluce!
- Sì, ma l’unica luce che rischiara il mio pelo è una fredda lampada. Lui invece ha il Sole addosso.
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Era il 1848. Honoré de Balzac, sentendosi vecchio a neanche cinquant’anni di età, ormai lacerato dalla malattia e senza ispirazione, si stava preparando a deporre la piuma, quello che sarebbe stato il suo ultimo romanzo languiva da quasi sei anni. Sei anni, lui che fu capace in passato di comporre un romanzo nell’arco di una notte! Da parecchio non riusciva a veder che ombre, le giornate gli sembravano così nere e le trascorreva pensando senza sosta ai suoi problemi e bevendo caffè a litri. Poi, un giorno, partì per la Polonia verso la sua amata Eva, decidendo di smettere di pensare e di fare invece qualcosa, qualsiasi cosa.
Ritornò finalmente col romanzo finito- l’ultima opera completa della sua vita- accorgendosi che se nessun’ombra era così potente come l’ombra della mente, il Re Sole in realtà era sempre stato là, alto nel cielo, a portata di mano.
Gli bastò decidere di chiedergli un raggio.
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La colpisce ancora quella parola all’inizio del titolo, envers, rovescio. Quella parola che ultimamente aveva incontrato spesso nella sua vita… quanti rovesci, quanti lati oscuri, quante ombre, quanti voltafaccia aveva visto negli ultimi giorni. Quella parola, envers, la inquietava, anche perché la prima volta che l’aveva messa per iscritto sul blog, chissà perché, nessuno aveva osato commentare.
Poi apre il file della tesi, chiude gli occhi e il Re Sole inizia a sorgerle in testa . Sorridendo, Olga fa ballare le dita sulla nera tastiera, rischiarandola con la luce delle proprie idee.
Ritorna finalmente a sorridere, constatando che se le ombre delle nuvole sono indipendenti e non si lasciano governare, le ombre che lei si porta dentro può cercare di spazzarle via in ogni momento. Quel giorno, le bastò decidere di smettere di pensare e tornare ad agire.
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Era l'estate del 1715. Il Re Sole si era svegliato male quella mattina, cupe ombre lo affliggevano, la cancrena gli dava atroci dolori. Poi si fece forza e ordinò uno specchio al valet de chambre. Passò un quarto d’ora a cercare risposte nell’envers che vedeva nello specchio.
Piano piano dalla bocca, dagli occhi e dalla pesante parrucca cominciarono a spuntare raggi d’oro.
Più i raggi aumentavano, più il dolore diminuiva.
Il Re Sole sorrise lentamente e proruppe ad alta voce, gonfiando il torace:
Toi, l’envers, et vous, les ombres
Laissez passer le Roi Soleil...
E andatevene affanculo!
Il sole, cieco e muto, gli rispose ridendo raggiante.