Uno dei baretti aperti un po' sempre è la squallida e appiccicaticcia sezione vicino alla stazione, luogo raffinato dove vige un rigidissimo dress code in tono con l'atmosfera lounge chic e pure vagamente post chillout o pre-avantgarde che dir si voglia. Il barista è un tipo co' le mano, uno che i rum li suda, uno che frantuma il ghiaccio a capocciate, uno a cui la cosa più leggera da chiedere è benzina e zolfo.
Beh, sabato è crollato, o almeno questa è stata l'illusione.
"Fai un cocktail analcoolico alla mia amica? sai, non beve...". La voce era la mia, l'amica era la fastidiosa Sugna. Olga può confermare, di fronte a quella richiesta, il barista sembrava uno yeti impagliato: fermo, peloso e decisamente maleodorante.
Si è fatto ripetere la bizarra ordinazione e di colpo il mostro velenoso ha lasciato il posto ad una delicata principessa. Il barista si gira leggiadro verso il muro di bottiglie, tocca, gira, analizza, poi apre d'incanto splendide ali di farlaffa. Volteggia per il locale lasciando una scia di stelline colorate. Dove passa crescono cespuglietti odorosi, richiama soave una dozzina di teneri coniglietti rosa e balla con loro in onore della ritrovata leggiadria.
Tutti gli avventori, prima beceri alcoolisti senza speranza, iniziano a vedere il mondo con occhi diversi, gli occhi dello stupore. Nascono sorrisi, spuntano nastrini colorati, mentre dalla culla spumeggiante dei cessi nascono sfavillanti arcobaleni luminosi. Il locale è saturo d'amore, ci abbracciamo, salutiamo gli unicorni e festeggiamo per l'apparizione Mary Poppins a cavallo dell'araba fenice.
Il tempo si era fermato in quell'oasi incantata.
Almeno fino a quando, con una rapida zampata, il fottuto barista non raccoglie nello shaker tutto quel melenso trip e non lo serve con un ghigno raccapricciante alla fastidiosa Sugna. Cazzo, il barista demone incantantore ci ha fregato un'altra volta! Quelle mano grondanti sangue di coniglietto rosa sono riuscite a servire un coso analcoolico selvaggiamente dolce, stucchevole oltre qualsiasi immaginazione.
Siamo usciti sconfitti e sdegnati dal locale quando al culmine del proprio delirio di onnipotenza, il barista stava mostrando a Mary Poppins un uso alternativo dell'ombrello.
PS: Il bis di pastarelle calde che ci siamo concessi poco dopo e il rave improvvisato in aperta campagna fino a mattina, non sono altro che il risarcimento per l'affronto subito. E che cazzo!
4 commenti:
Oh, bene! Finalmente dopo tanti post inutili, un post che non serve proprio a un cazzo! ehehehehe
non è vero che qst post non serve!!....bisogna pure descrivere i luoghi dove noi ci abbandoniamo al piacere di una bella birretta corretta....anche se è pressochè un covo di dannati!!..
Guarda, alla fine l'ho scritto solo per la faccia assurda che ha fatto il barista quando gli abbiamo chiesto un analcoolico... pareva un elefante in un negozio di cristalli :)
Ho pagato pegno per quelle due pastarelle passando svariati momenti assisa sulla tazza del cesso. Maledetta cioccolata! (i rum col succo di pera, invece..sani, eh!).
Nick, i due leocorni stanno ancora ballando alla cava e hanno richiesto il bis di Big in Japan...
Posta un commento