Questa mattina ho avuto la conferma definitiva della mia idiozia pura, del fatto che giusto 1/4 di cromosoma mi separa da quelli che in maniera politically correct vengono definiti "diversamente intelligenti" e che io, in maniera politically bastard, chiamo "veramente deficienti" (un giorno il mio cinismo mi seppellirà).
Il mio fratellino Fabri Febbra Smorzakandelov si presenta a casa mia e, aprendo la porta, mi sembra di avere davanti Robocop, tutto bardato com'è di cavi, cavetti, chiavi inglesi, cacciaviti, trapano e non si sa quanti chiodi stretti tra le labbra.
Non accenna neanche ad un saluto, limitandosi a farfugliare: "Shoshashi, shronsha, shi shishemo il shelehoho" (spostati, stronza, ti sistemo il telefono... - un ragazzo rude ma pieno di amore fraterno, il caro Fabri Febbra).
Beh, dopo un'oretta a smadonnare per, immagino, un chiodo accidentalmente ingoiato nella foga delle trapanatura del muro per far passare il filo del telefono in camera mia, mi fa: - Quello è il modem del tuo pc, ammasso di sugna scaduta?
- Sì, piccolo tesoro di Olga tua (quando si ha un fratello capace di fare i lavori di casa, ungere e leccare sempre, mi raccomando).
- E internet?
- Sto aspettando che mi diano la connessione, ma ci sono già passata: ci vorrà almeno un mese.
- Ah, sì?, risponde lui, la Marlboro di traverso sulla bocca. E tocca un tastino, click.
Il tastino On del modem.
E io sono connessa.
Fabri Febbra posa su di me uno sguardo di pietà, come ad osservare un gattino abbandonato, bagnato e affamato o, appunto, un "diversamente intelligente"; mi passa dolcemente una mano ruvida sui capelli e mi dice: - Ora ho la prova che tu non sei realmente mia sorella. Che Iddio possa avere pietà di te.
Mi fotte senza ritegno un paio di cd, un libro e un dvd e se ne va, senza salutare, scuotendo la testa triste e schifato, la bocca amaramente piegata all'ingiù.
Mia madre è in cucina, le lacrime silenziose a rigarle il volto, che pensa a me, il frutto storpio del suo ventre traditore, e sussurra: - Uno scambio nella culla, non c'è altra spiegazione. Giorni e giorni a rompere i coglioni con internet, quando bastava pigiare un tasto...".
Dopo questo, sento che sparirò furtivamente col mio leggero fagotto, una notte senza luna e senza stelle, liberando per sempre la mia famiglia dal peso della mia presenza imbarazzante.
Il tastino On del modem, capito?
Ecco, ora ho le prove: sono un'idiota.
Ma un'idiota finalmente connessa col mondo intero!Yuppiii!
[E in questo momento ho la stessa espressione estatica e vacua del mitico Ben Stiller in questa strepitosa locandina.
p.s.
Se qualcuno mi chiederà se tutto sia successo veramente, sappia che mentirò.
O, meglio, sarò "diversamente sincera".
Comunque, che vergogna...]
sabato 22 novembre 2008
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3 commenti:
veramente deficiente...e te lo dico io!!! quindi figurati!!!! pòra bestia me fai quasi pena....
Abbattetemi.
sine verbis
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